Obbligo scolastico dai 3 ai 18 anni, ipotesi al vaglio del Governo. Scontro coi sindacati sui 100 euro in più in busta paga per i prof

Scuola

L’innalzamento dell’obbligo scolastico dai 3 ai 18 anni è uno dei punti discussi nel corso del tavolo su Istruzione e Università tenutosi a Palazzo Chigi. La riforma dibattuta ieri alla presenza del premier Giuseppe Conte, dei ministri Gaetano Manfredi e Lucia Azzolina e Paola Pisano e dei parlamentari di Movimento Cinque Stelle, Pd, Italia Viva e LeU, prevede anche altri punti relativi agli studenti disabili, alla programmazione ed allo stipendio dei docenti.

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina al termine del vertice ha spiegato l’intenzione di ‘aggiungere’ 100 euro in più in busta paga per gli insegnanti, derivanti dai 68 euro netti di aumento che deriverebbero dal taglio del cuneo fiscale più le risorse stanziate in legge di bilancio per il rinnovo del contratto. Parole accolte non bene dai sindacati della scuola che hanno parlato di «gioco delle tre carte sul taglio del cuneo fiscale e gli aumenti contrattuali» e chiesto 16 miliardi in più anni «per dire basta al lavoro precario, per superare il divario tra organico di diritto e situazioni di fatto, per aumentare il tempo scuola, per rinnovare il contratto con aumenti a tre cifre che vadano ben oltre i 100 euro mensili. Se il Governo continuerà a fare orecchie da mercante – hanno minacciato – non ci fermeremo con lo sciopero del 6 marzo ma proseguiremo con altre mobilitazioni».

Sull’innalzamento dell’obbligo scolastico, misura molto caldeggiata dal Pd e sostenuta da Leu, la ministra si è mostrata più tiepida. «Io credo – ha detto – si debba aprire una riflessione tenendo però presenti dei punti: il 95% dei bimbi frequenta già ‘’asilo mentre abbiamo un problema per i nidi. E poi ho il dovere di affrontare prima il problema della dispersione, poi penseremo al resto».

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Al tavolo si è registrata una visione comune su molti temi mentre resta il nodo della Buona Scuola, e in particolare quello della chiamata diretta: una questione che affonda le sue radici nella scorsa legislatura e che vede su versanti diversi 5s e LeU (più critici) e Pd e Iv (più portati a contributi migliorativi). «Il Pd – hanno spiegato la viceministra Anna Ascani e la responsabile scuola Camilla Sgambato – ha posto tra le priorità l’obbligo scolastico dai 3 ai 18 anni, misura fortemente voluta dalla segreteria Zingaretti e il tema della gratuità dei libri di testo, pienamente fattibile, dalla primaria almeno fino ai due anni obbligatori della secondaria di secondo grado. Altro punto, è quello di incrementare il tempo pieno».

«E’stata una discussione fruttuosa, positiva e molto lunga – ha detto al termine dell’incontro Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e ricerca. Si è discusso di investimenti sulle infrastrutture universitarie, edilizia, laboratori, residenzialità universitaria.

martedì, 18 Febbraio 2020 - 09:08
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