Alla fine ha deciso di fare un passo indietro. Dopo avere presentato, tramite il suo legale, istanza di scarcerazione al Riesame per ottenere una rilettura delle accuse che da due settimane lo tengono ai domiciliari, il carabiniere Michele Mancuso – che all’epoca dei fatti contestati era in servizio alla tenenza di Sant’Antimo – ha deciso di rinunciare all’udienza. Ha deciso di evitare che i giudici del Tribunale della Libertà di Napoli valutassero il quadro indiziario tratteggiato dalla procura e poi vagliato dal giudice per le indagini preliminari Valentina Gallo (che ha però escluso l’aggravante della matrice camorristica).
Ciò significa che Mancuso resta agli arresti domiciliari per il reato di corruzione e di rivelazione di segreto d’ufficio, accuse contestate in concorso con un altro carabiniere, Angelo Pelliccia (che non ha presentato Riesame), e con l’imprenditore borderline Francesco Di Lorenzo (che è stato anche consigliere comunale).
Mancuso e Pelliccia, nello specifico, sono accusati di avere ricevuto somme di denaro non quantificate nonché capretti, prosciutti e capi di abbigliamento da Francesco Di Lauro in cambio di informazioni riservate su indagini in corso. La circostanza delle regalie è stata desunta da intercettazioni che ha avuto per protagonisti i tre indagati.
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venerdì, 21 Febbraio 2020 - 16:51
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