Tamponi, trasporti, gite scolastiche e rimborsi: tutto quello che c’è da sapere sull’emergenza Coronavirus in Italia

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Tanta confusione, alimentata da tante notizie, alcune destituite di fondamento. Così si fomenta il panico legato all’emergenza Coronavirus. Un caso sanitario che sta trascinando l’Italia in una sorta di autoisolamento che va oltre le misure, legittime, imposte dal Governo nei luoghi in cui si sono registrati casi di positività e decessi. Al momento, ricordiamolo, i Comuni della zona rossa sono 11: Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano in Lombardia e Vo’ Euganeo in Veneto.

Per questa ‘zona rossa’ il Governo, d’intesa coi ministeri competenti ha già intrapreso misure di contenimento alla circolazione, misure fiscali ed ha in previsione altri interventi di natura economica e di sostegno. Un solo caso di paziente positivo al virus è stato reso noto e confermato questa mattina dalla Regione Sicilia. Nel resto d’Italia, i sindaci e le Regioni stanno prendendo provvedimenti per consentire a chi proviene dal ‘cratere’ di comunicare tempestivamente la propria presenza ed attivare così i meccanismi della quarantena. Vediamo però quali sono le decisioni relative ad altri aspetti come i trasporti, la scuola, i test.

I viaggi in Italia ed all’estero
Secondo le misure varate dal Governo Conte, il divieto di circolazione all’interno del territorio nazionale riguarda esclusivamente i Comuni della zona rossa di Lombardia e Veneto, questo al fine di evitare il contagio. Possono spostarsi nei paesi ma non uscire dall’area rossa. Negli altri Comuni non vige alcun divieto di circolazione, ma sono state già prese delle ‘precauzioni’ sotto forma di ordinanze. Quindi viaggi in treno, in autobus ed in aereo regolari ma il personale a bordo di Trenitalia e di Italo, per esempio, è stato dotato di mascherine e nelle carrozze sono stati disposti dispenser di gel disinfettante.

Per quelli che hanno comprato un biglietto di viaggio di Trenitalia o Italo sino al 23 febbraio 2020, sarà riconosciuto il rimborso totale del prezzo per qualsiasi viaggio, senza distinzione di tariffa, qualora si rinunci a causa dell’epidemia. I biglietti di Trenitalia, ha fatto sapere l’azienda, saranno rimborsati con un bonus elettronico di importo pari al valore del biglietto acquistato, utilizzabile entro un anno dalla data di emissione. Le attività degli aeroporti sono regolari, gli unici disagi sono legati allo sciopero Alitalia non collegato al Coronavirus (24, 25, 26 febbraio). Problemi solo per chi va all’estero, viste alcune limitazioni che determinati Paesi stanno imponendo a chi arriva dalle regioni colpite. Provvedimenti del genere sono già stati presi alle Mauritius (dove un volo con 70 italiani è stato bloccato e chi ha potuto è già tornato per non sottoporsi alla quarantena), in Sudafrica, Austria, Francia, Croazia, Israele, Romani, Serbia. Per tutti il consiglio è di rivolgersi a consolati ed ambasciate prima di intraprendere un viaggio.

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Le gite d’istruzione
Gite scolastiche, viaggi di istruzione, uscite o iprogetti di scambio e gemellaggio, sospesi fino al 15 marzo per le scuole di ogni ordine e grado. Lo prevede il decreto del Consiglio dei Ministri attuativo del decreto sul Coronavirus. Previsto il rimborso per chi ha già pagato i viaggi. Le assenze degli studenti oltre i 5 giorni andranno giustificate con certificato medico. Le scuole chiuse per l’emergenza potranno attivare «modalità di didattica a distanza».

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I tamponi
E’ uno degli aspetti più delicati. Non tutti possono presentarsi in ospedale per chiedere di essere sottoposti al test di positività al Coronavirus sulla base della semplice circostanza di essere appena tornati dal Nord Italia. Eppure succede, ed allora ecco cosa bisogna tenere presente. Il test va prescritto dai medici di base e dai pediatri di famiglia, del 118 e dei pronti soccorso oppure dai dipartimenti di prevenzione dell’Asl sono nei casi sospetti, cioè per chi presenta i sintomi o ha avuto contatti a rischio. Esistono kit ‘fai da te’ ma non sono certificati e anche i test di strutture private (che costano sino a 100 euro) non sono riconosciuti dall’Istituto superiore della Sanità perché non hanno certificazioni ufficiali.

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martedì, 25 Febbraio 2020 - 11:11
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