Striscioni di solidarietà per il personale del pronto soccorso dell’ospedale vecchio Pellegrini, a Napoli. Negli spazi del nosocomio, il cui pronto soccorso è stato distrutto nella notte di sabato dai parenti del sedicenne morto in seguito a un tentativo di rapina a un carabiniere, sono stati esposti striscioni di solidarietà.
«Giù le mani. Il personale del pronto soccorso non si tocca», recita lo striscione sulle scale. E ancora, proprio nell’ingresso del pronto soccorso: «Più sicurezza meno parole» e «Basta la violenza al pronto soccorso». In mattinata il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, con un po’ di cittadini, ha organizzato un flash mob a sostegno del personale dell’ospedale. I partecipanti al flash mob avevano cartelli con le scritte: «Chi devasta un ospedale devasta la salute di tutti i cittadini» e «Rispetto e solidarietà per gli operatori».
Solidarietà agli operatori anche da parte di Gimmi Cangiano, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia. «La morte di un quindicenne – ha detto Cangiano – è sempre una notizia che non vorresti mai leggere. Se poi a spezzare una giovane vita, che forse aveva scelto troppo presto la strada sbagliata, è un conflitto a fuoco la notizia lascia proprio l’amaro in bocca». «Nulla – sottolinea l’esponente di FdI – può giustificare la distruzione di un presidio sanitario che, mai come in questo momento, ha una importanza vitale». «Nulla può giustificare l’aggressione di cui più spesso sono vittime gli operatori sanitari, che al Pellegrini stanotte hanno continuato a lavorare, per quanto possibile. A loro va tutta la nostra vicinanza e solidarietà». «Al giovane quindicenne un pensiero che sa di sconfitta. Perché nella città più bella del mondo si continua a morire. E non uccide il Coronavirus. Ma l’assenza dello Stato e l’indifferenza delle Istituzioni» ha concluso Cangiano.
«Vicinanza – afferma Marco Nonno, consigliere comunale di Napoli di Fratelli d’Itaia – agli operatori del pronto soccorso dell’ospedale Pellegrini, la cui incolumità è stata messa a repentaglio dalla furia dei familiari del ragazzo deceduto». «Gesti, – sottolinea Nonno – insieme a quello della stesa effettuata qualche ora dopo fuori la caserma Pastrengo, che non possono essere accettati ed a cui lo Stato e le Istituzioni devono dare una risposta ferma e certa».
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lunedì, 2 Marzo 2020 - 14:14
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