Coronavirus, un contagio in Tribunale a Reggio Emilia e a Firenze giudice si ‘isola’. Gli avvocati di Modena: «Stop udienze»

Coronavirus

Un caso accertato di Coronavirus in Tribunale a Reggio Emilia e un giudice del Tribunale di Firenze che si mette in auto-quarantena per avere avuto contatti con uno dei colleghi di Milano risultato positivo. E, sullo sfondo, il mondo dell’avvocatura che rivendica la chiusura dei Palazzi di Giustizia a scopo precauzionale.

Apprensione al Tribunale di Reggio Emilia
E’ sempre più incandescente il clima tra gli operatori del Diritto dopo i casi di Coronavirus che si sono registrati, in diverse parti di Italia, tra avvocati e magistrati. Partiamo dalle novità e dunque partiamo da Reggio Emilia, dove un volontario che lavora per conto di un’associazione come addetto a uno sportello facilitatore del palazzo di giustizia reggiano è risultato positivo al tampone del Covid-19. «La situazione è sotto controllo – ha spiegato all’Ansa il presidente del tribunale Cristina Beretti – I contatti diretti con il personale di cancelleria sono stati molto limitati e circoscritti a una sola giornata, il 24 febbraio scorso. L’Ausl sta facendo tutti i controlli del caso». Infine su ulteriori “provvedimenti” riguardo all’attività lavorativa nel tribunale, Beretti ha detto che «saranno presi in giornata». Il tribunale al momento è accessibile e le udienze e le riunioni sono confermate.

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Giudice in auto-isolamento a Firenze
C’è apprensione anche a Firenze, dove un magistrato si è auto-isolato per aver avuto contatti con un giudice ricoverato a Milano per coronavirus. «Sono stata io a chiedergli di astenersi in via precauzionale, ma il giudice sta bene», spiega il presidente del tribunale di Firenze, Marilena Rizzo. «Ieri – prosegue – mi ha contattato e mi ha detto di aver partecipato il 22 febbraio a un convegno insieme a uno dei giudici di Milano risultato positivo al coronavirus, così gli ho detto di stare a casa fino al termine del periodo di incubazione 14 giorni». Della circostanza sono state informate anche le autorità sanitarie. Sempre in via precauzionale, fa sapere il presidente Rizzo, «stamani è stata effettuata la sanificazione della sua stanza, dell’aula normalmente usata per le udienze e di tutte le cancellerie». Inoltre è stato deciso di incrementare con pulizie straordinarie il servizio di pulizie in tutto il palazzo di giustizia di Firenze. Ricordiamo che a Milano, dopo i due casi di contagio, il presidente del Tribunale ha deciso di sospendere tutte le udienze non urgenti, sia nel settore penale che in quello civile

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Modena, avvocati sulle barricate: chiesta la sospensione delle udienze
Se a Firenze e a Reggio Emilia, si cerca di stemperare la tensione, a Modena gli avvocati sono pronti a seguire la strada già tracciata dai colleghi di Napoli prima e da quelli di Treviso poi. La Camera penale ha chiesto infatti «l’immediata sospensione di tutta l’attività giudiziaria non urgente e il rinvio d’ufficio di ogni udienza, con esclusione dei procedimenti nei confronti di persone detenute, internate o in custodia cautelare, ovvero dei procedimenti prossimi al maturare dei termini di prescrizione». Gli avvocati modenesi rilevano, infatti, che le misure adottate contro il Coronavirus dal presidente del tribunale di Modena, «sono uniformi a quelle di altre sedi giudiziarie del Nord Italia, nelle quali, tuttavia, si sono verificati e si verificano in queste ore conclamati casi di contagio di soggetti che vi esercitano funzioni».

A ciò si aggiunge il fatto che le «aule d’udienza del tribunale e la conformazione dei luoghi adibiti al transito e all’attesa del pubblico, non consentono di dare concreta attuazione alle direttive impartite dal presidente del tribunale». Dunque, «sussiste concreto ed imminente pericolo per la salute di tutte le persone che sono necessitate a frequentare il Palazzo di Giustizia e segnatamente le aule d’udienza». Per gli avvocati, quindi, «tale pericolo allo stato appare efficacemente contenibile unicamente limitando le attività giudiziarie a quelle indifferibili e urgenti». Non è escluso che i penalisti, a fronte di un mancato provvedimento dei vertici degli uffici giudiziari in linea con le loro richieste, possano proclamare l’astensione come appunto hanno fatto il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli e quello di Treviso.

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mercoledì, 4 Marzo 2020 - 17:17
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