Coronavirus a Napoli, chiuso l’ufficio di un giudice in Corte d’Appello: sospetto caso di contagio, personale a casa


C’è un ufficio in Corte d’Appello a Napoli che è stato sigillato. E pure qualche cancelleria. E tutte le persone al lavoro nelle stanze ‘chiuse’ sono state invitate a restare a casa. In auto-quarantena. In attesa di essere sottoposte agli accertamenti del caso. Il Coronavirus entra di prepotenza nel Palazzo di giustizia partenopeo e sembrerebbe toccare anche un giudice, un presidente di sezione della Corte d’Appello penale.

Il condizionale è d’obbligo, perché si attendono conferme dall’Istituto superiore della Sanità dopo il primo tampone risultato positivo. Conferme che noi di Giustizia News24 abbiamo sempre atteso prima di dare informazioni per senso di responsabilità. Ma stavolta si è resa necessaria un’eccezione essendosi verificata un’improvvisa interruzione di lavoro: con due cancellerie chiuse e con il personale amministrativo e un giudice in meno, si va inevitabilmente ad incidere sul corso della trattazione dei processi. Resta ferma la raccomandazione rivolta ai lettori di attendere la conferma della eventualità positività del contagio (seguiranno pertanto aggiornamenti sul nostro sito). In Corte d’Appello è in corso una riunione per decidere il da farsi e soprattutto per capire la situazione: seduti al tavolo il presidente della Corte d’Appello Giuseppe de Carolis di Prossedì, il presidente del Tribunale Elisabetta Garzo e tre rappresentanti della Rsu in Corte d’Appello. Già disposta, ad ogni modo, la sanificazione degli ambienti interessati.

Un nuovo possibile caso, dunque, che segue il contagio di 4 avvocati e due segretarie (dello stesso studio penale) registrato qualche giorno fa. Caso che ha sollevato un vero e proprio scontro, a colpi di comunicati stampa, tra l’avvocatura partenopea e la procura generale: i legali chiedevano a gran voce la sospensione dell’attività giudiziaria, lamentando l’esistenza di condizioni tali da non impedire la diffusione del contagio; i responsabili della sicurezza del Palazzo di Giustizia invece hanno risposti che non vi era da preoccuparsi anche alla luce del fatto che si era proceduto ad un’opera di sanificazione della struttura. Di qui un botta e risposta, terminato nella decisione del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli, guidati dal presidente Antonio Tafuri, di proclamare l’astensione dalle udienze, penali e civili, sino al 15 marzo. Una decisione assunta per tutelare la salute degli avvocati e perché il Coa ha ritenuto insufficienti le misure adottate dai vertici degli uffici giudiziari e ha ritenuto incompleta e carente l’opera di sanificazione degli ambienti. (Leggi gli aggiornamenti: Coronavirus in Tribunale a Napoli, Corte d’Assise rinvia processo con detenuti: «Diritto alla salute prevalente»); (Leggi: Coronavirus e il giudice di Napoli contagiato: sospesi i giudizi non urgenti dell’area penale colpita, personale a casa)

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giovedì, 5 Marzo 2020 - 10:10
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