L’emergenza Coronavirus trasforma le carceri italiane in una polveriera, nel silenzio assordante del Governo e del ministro della Giustizia che ad oggi – nonostante i gravissimi episodi verificatisi 24 pre fa nel penitenziario Poggioreale a Napoli e quelli che, nella giornata odierna, si fa fatica a contare – non ha espresso una sola valutazione.
E così forze dell’ordine, e finanche l’esercito, si ritrovano sole a dovere fronteggiare rivolte che si accendono in ogni parte d’Italia. Materassi bruciati, arredi devastati, infermerie prese d’assalto. E persino detenuti che sono riusciti ad evadere. Senza parlare di gruppi anarchici che si sono infilati in questo scenario di tensione innalzando il livello di allarme.
Allora, proviamo a fare il punto di questa drammatica giornata partendo dai due casi più gravi: San Vittore a Milano e il carcere di Foggia.
A San Vittore i problemi si sono verificati sia all’interno che all’esterno del penitenziario. All’interno i detenuti hanno appiccato il fuoco, un gruppo è salito sui tetti urlando ‘Libertà, libertà’. La situazione si è fatta talmente esplosiva che il procuratore aggiunto Alberto Nobili, responsabile della sezione antiterrorismo della procura di Milano, e il Questore si sono recati nella prigione per trattare con i detenuti. Alle 17, il procuratore Nobili e il pm Gaetano Ruta sono saliti sul tetto provare i detenuti a scendere. I pm hanno assicurato ai detenuti che torneranno per monitorare la loro situazione, rassicurandoli nel contempo che non ci saranno irrigidimenti o recriminazioni da parte della Penitenziaria nei loro confronti. Fuori, le cose, non sono andate meglio. Un gruppo di anarchici, che volutamente si è infilato nella protesta per alzare il livello di tensione, si è scontrato con i poliziotti che erano schierati in tenuta antissommossa davanti a carcere allo scopo di fermare eventuali evasioni. Le tensioni sono iniziate quando gli anarchici hanno impedito il passaggio di un pullman della Penitenziaria che stava transitando davanti all’ingresso. Gli agenti li hanno invitati a spostarsi e al rifiuto c’è stata una carica di alleggerimento. Il contatto è durato circa un minuto. Non si registrano feriti importanti. Solo un anarchico ha riportato una ferita alla fronte medicata sul posto con. un pezzo di scotch dai suoi compagni.
A Foggia la situazione è drammatica. Un nutrito gruppo di detenuti, circa 20, è riuscito ad evadere in mattinata durante le turbolente fasi della rivolta. Qualcuno è stato bloccato quasi subito, ma altri sono ancora in fuga. C’è chi ha rubato auto parcheggiate nei dintorni per allontanarsi. Quattro evasi, che erano riusciti a impossessarsi di una macchina, sono stati fermati poco prima delle due di oggi pomeriggio sulla Tangenziale a Bari. L’auto è stata intercettata dalla polizia grazie al numero di targa che era stato rapidamente diffuso alle forze dell’ordine: i quattro sono della provincia di Taranto. Per dare una mano alle forze dell’ordine, è arrivato finanche l’esercito con i blindati. In carcere la protesta, che ha visto protagonisti 250 detenuti, è nel frattempo rientrata: grazie alla mediazione di un dirigente della polizia, i detenuti sono rientrati nelle celle. Il carcere resta comunque presidiato dalle forze di polizia.
Dopo le 3 di oggi pomeriggio, invece, è scoppiata la protesta nelle carceri romane. A Regina Coeli alcuni detenuti hanno divelto una grata sul tetto, dal quale hanno lanciato cartoni, giornali e anche un materasso a cui hanno dato fuoco. Le forze dell’ordine hanno chiuso le strade attorno al carcere, anche quelle verso il Gianicolo.
Caos anche a Rebibbia, ma qui per fortuna la situazione è quasi subito tornata alla normalità. Come comunicato da fonti di polizia, prima delle 16 la rivolta si è spenta.
Fiamme anche nel carcere di Prato. Dall’esterno si è sentito più volte un forte rumore di tazze, contenitori e altri oggetti che sono stati sbattuti sulle barre delle celle. Anche qui la rivolta sta rientrando lentamente grazie ad una trattativa iniziata da agenti della Penitenzia e della Polizia di Stato con i reclusi.
Protesta anche nel carcere di Bologna, dove si sono registrati cinque feriti lievi: si tratta di tre detenuti, medicati all’ospedale Sant’Orsola, e due agenti della Penitenziaria, in condizioni di media gravità al Maggiore. La ‘rivolta’ sembra sia stata firmata dai detenuti del reparto giudiziario che si sono impossessasti di buona parte dell’istituto penitenziario. Le loro ragioni, secondo alcune fonti, non sarebbero condivise da chi è ristretto nel reparto penale, cioè i condannati in via definitiva. Alle 17, il carcere è cinturato dalle forze dell’ordine.
Nella notte, invece, la protesta ha interessato il carcere di Padova: qui sono state gettate all’aria le brandine delle celle e date alle fiamme le lenzuola. Danneggiati anche alcuni tavoli. La protesta è rientrata poco dopo la mezzanotte al termine di una trattativa con il direttore del carcere.
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lunedì, 9 Marzo 2020 - 17:37
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