Coronavirus, i negozianti di Milano al Governo: «Ordinateci di chiudere. O si vogliono evitare indennizzi?»

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Il Duomo di Milano (foto d'archivio)

La tentazione è quella di chiudere, perché «se si dice alla gente che deve stare a casa, che senso ha tenere aperti i negozi?». Poi però si fa largo un sospetto, che ingrandisce l’incertezza, e allora si resta aperti in attesa che la serrata venga decisa per decreto. A Milano i negozi dello shopping chiedono chiarezza. E, soprattutto, chiedono al Governo di non abbandonarli.

«Chiudere anche prima che ce lo chiedano è anche un’opportunità di far vedere il nostro senso civico», dice Luigi Ferrario, presidente delle Vie dello Shopping di Milano, che riunisce una dozzina di associazioni per circa 200 attività commerciali. Chiudere sarebbe anche un modo per tutelare i lavoratori: lo smart working è ovviamente impossibile, le mascherine sono introvabili e quindi i dipendenti sono a contatto coi clienti senza protezione. Tuttavia tra i negozianti serpeggia il dubbio che il governo non abbia decretato la chiusura per evitare qualche forma di indennizzo: «E’ un pensiero che è venuto a molti di noi. Speriamo che non sia così. che gli aiuti ci siano», dice Ferrario.

L’orientamento della Regione Lombardia (che ha risposto attraverso all’assessore Giulio Gallera alla lettera dell’associazione) è quello di chiudere e sostenere le imprese. «Speriamo di imporre al governo centrale questo senso. Diamo dimostrazione che siamo un Paese unito – conclude Ferrario – Prima siamo chiusi, prima il problema si risolve».

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martedì, 10 Marzo 2020 - 20:41
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