Nel novero dei primi cittadini che in questa emergenza Coronavirus stanno lottando, spesso senza mezzi, contro il diffondersi dell’epidemia a colpi di ordinanze e divieti, c’è un sindaco che ha ingaggiato una vera e propria battaglia contro la Regione Campania e le scelte di Vincenzo De Luca e chiede «tamponi a tappeto» per i suoi concittadini.
E’ Gianluca Festa, fascia tricolore di Avellino, 60mila abitanti, capoluogo di una provincia che conta 118 Comuni e circa 420 mila abitanti e al Sud, per incidenza di contagi rapportati alla popolazione, è seconda solo a Foggia. «Non voglio che la mia città diventi la Bergamo del Sud – ha dichiarato Festa in un videomessaggio su Facebook annunciando misure straordinarie per contenere il contagio. E soprattutto criticando aspramente la condotta del governatore campano, reo secondo Festa con il suo ente di «pensare troppo ai grandi centri ed alle altre province».
Nell’Avellinese i casi solo saliti ieri a 153, ad Avellino città sono dieci, ad Ariano 68 (la città è zona rossa), i morti sono 12. Eppure, sostiene Festa, la Regione bistratta l’Irpinia: «Facendo un rapporto tra popolazione e contagi – spiega Festa – noi siamo la provincia più colpita rispetto a Salerno, che ha tre volte il numero dei nostri abitanti e rispetto a Caserta, che ha 2 volte e mezzo la popolazione della nostra provincia». Eppure, protesta, nonostante l’Irpinia abbia gli stessi numeri del Foggiano, la zona più contagiata del Mezzogiorno e «un terzo dei morti dell’intera Regione», Vincenzo De Luca non interviene.
«Cosa si aspetta ad attuare un piano specifico per Avellino e provincia? – chiede – Se non lo fa De Luca, ci pensa il sindaco di Avellino. Non possiamo più perdere tempo, pensare alla politica, alle poltrone o alla campagna elettorale delle Regionali. L’unico obiettivo è salvaguardare la sicurezza della mia comunità».
Il piano del sindaco Festa, che paragona l’emergenza sanitaria in corso al periodo del terremoto dell’Irpinia, che fece nel 1980 oltre 2mila morti, è di adottare il «modello Corea» e fare tamponi a tappeto partendo dalla ricostruzione dell’intera «filiera dei contatti dei soggetti positivi». «Dobbiamo registrare gli asintomatici – continua – individuare i positivi al Coronavirus e poi fare uno screening risalendo all’intera filiera dei contagiati».
Ieri Festa ha pure scritto a De Luca ed ordinato 5mila test rapidi per il riconoscimento del Covid 19: «Non perdo tempo, faccio quello che non fa la Regione. Io il virus non lo rincorro, io lo anticipo».
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martedì, 24 Marzo 2020 - 07:16
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