Il sì dell’Enac è arrivato ieri sera: si potranno utilizzare i droni per controllare il rispetto delle disposizioni contro il contagio da Coronavirus. L’ente nazionale per l’aviazione civile si è espressa con una nota nella quale dà il via libera all’uso di questi dispositivi anche sui piccoli Comuni. Una rivoluzione necessaria, secondo molti sindaci che avevano già iniziato a derogare alla regolamentazione vigente, per controllare i cittadini ed avere più possibilità di scoprire i trasgressori e punirli.
L’Enac, in considerazione dell’emergenza sanitaria in atto, e «al fine di consentire le operazioni di monitoraggio degli spostamenti dei cittadini sul territorio comunale», autorizza la deroga ai regolamento stilato nel 2019 e stabilisce che le operazioni con i droni da parte delle Polizie locali, fino al 3 aprile del 2020, «potranno essere condotte in deroga ai requisiti di registrazione e di identificazione di cui all’articolo 8 del Regolamento».
Le operazioni con i droni, continua l’Enac, potranno essere effettuate in Visual Line of Sight (nei casi in cui cioè il pilota è in grado di mantenere costantemente il contatto visivo con il drone, ndr) anche nei Comuni piccoli e meno abitati e non servirà il rilascio dell’autorizzazione.
L’uso dei piccoli velivoli telecomandati da parte delle Polizie locali sarà possibile anche «nelle aree prospicienti di tutti gli aeroporti civili» ad una quota massima di 15 metri, previo avviso alle Torri di controllo dell’aeroporto limitrofo all’area d’interesse al fine di comunicare la presenza del drone e di coordinare le rispettive attività.
In Italia già diversi Comuni avevano iniziato ad adottare i droni come sistema deterrente; per esempio a Bari, a Vicenza, a Treviso e Forlì e, in Campania, ad Agropoli. Ma tutti i sindaci e le polizie locali agivano nell’incertezza e basandosi sulle autorizzazioni della Prefettura; era quindi sorta una questione sulla legittimità del loro utilizzo cui ha dato ieri una risposta direttamente l’Enac.
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martedì, 24 Marzo 2020 - 07:45
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