Un grazie al personale sanitario impegnato nella battaglia contro il Coronavirus e un lungo applauso dei senatori in ricordo delle vittime del Covid 19. Inizia sull’onda dell’emotività e della riconoscenza la seconda informativa del premier Giuseppe Conte che, dopo il discorso di ieri alla Camera questa mattina ha affrontato i senatori a Palazzo Madama.
Conte ha sottolineato come il governo abbia agito con la massima determinazione, con assoluta speditezza, approntando, ben prima di qualunque altro Paese, le misure di massima precauzione. A partire dal 22 gennaio, ben prima che l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarasse il coronavirus ‘emergenza internazionale di salute pubblica’, abbiamo adottato vari provvedimenti cautelativi».
E’ una battaglia «senza confini» sottolinea il presidente del Consiglio, che riguarda sia il Nord (dove «siamo concentrati») sia il Sud (dove «l’attenzione è massima»).
«Abbiamo sperimentato per primi in Europa – ha proseguito – un percorso normativo volto a contemperare, da una parte, l’esigenza di tutelare al massimo grado il bene primario della salute dei cittadini e, dall’altra, la necessità di assicurare adeguati presìdi democratici. Per la prima volta dalla fine del secondo conflitto mondiale, infatti, siamo stati costretti a limitare alcune delle libertà fondamentali garantite dalla Costituzione, in particolare la libertà di circolazione e soggiorno, la libertà di riunione nelle sue varie forme, la libertà di coltivare financo di contenere pratiche religiose».
«I princìpi ai quali ci siamo attenuti nella predisposizione delle misure contenitive del contagio sono stati quelli della massima precauzione, ma, contestualmente, anche della adeguatezza e della proporzionalità dell’intervento rispetto all’obiettivo perseguito. E’ questa la ragione della gradualità delle misure adottate, che sono diventate restrittive via via che la diffusività e la gravità dell’epidemia si sono manifestate con maggiore severità, sempre sulla base delle indicazioni provenienti dal comitato tecnico-scientifico».
«Poiché il nostro ordinamento, e lo vorrei sottolineare, non conosce – a differenza di altri ordinamenti giuridici – un’esplicita disciplina per lo stato di emergenza, abbiamo dovuto costruire, basandoci pur sempre sulla legislazione vigente, un metodo di azione e di intervento che mai è stato sperimentato prima. Abbiamo ritenuto necessario ricorrere allo strumento del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, dopo avere posto il suo fondamento giuridico nell’iniziale decreto legge. Abbiamo ravvisato nel decreto del presidente del consiglio dei ministri lo strumento giuridico più idoneo, innanzitutto perché agile, flessibile, in grado di adattarsi alla rapida e spesso imprevedibile evoluzione del contagio e alle sue conseguenze; in secondo luogo, perché abbiamo inteso garantire per questa via la più uniforme applicazione delle misure».
«Adeguatezza e proporzionalità – ha dichiarato Conte – sono i principi che sono stati sempre alla base” delle misure via via adottate dal governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19, sempre attenendosi alle indicazioni del Comitato tecnico scientifico».
giovedì, 26 Marzo 2020 - 10:53
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