Coronavirus in Campania, la promessa di Lina: «Cucirò l’abito da sposa per la prima dottoressa che si sposerà»

lina conte avella
Lina Conte
di Bianca Bianco

Quando leveranno il camice e toglieranno la mascherina, medici e infermieri che oggi sono in trincea nella guerra contro il Coronavirus avranno forse diritto, più degli altri, a tornare a sognare.

Una giovane stilista di Avella (Avellino), Lina Conte, vorrebbe essere lì per realizzare uno di quei sogni e far brillare nuovamente gli occhi delle donne che lavorano senza sosta nei nostri ospedali ed oggi rinunciano anche alla loro minima quotidianità. «Vorrei confezionare l’abito da sposa per la prima dottoressa o la prima infermiera dell’ospedale Moscati di Avellino che si sposerà – dice Lina.

E la sua promessa, regalare il vestito bianco e un pezzo di riguadagnata normalità alle nostre eroine in corsia, la sussurra quasi con timore. Non vuole sembrare inopportuna, spiega, in un momento così drammatico: «Ma è un gesto che sento nel profondo – si lascia andare -. So che ora sono impegnate in una vera battaglia, capisco che gli affanni adesso sono altri, ma sin dall’inizio di questa brutta storia ho pensato, vedendo tante donne sacrificarsi negli ospedali italiani, che mi piacerebbe ricambiare quello che stanno facendo per noi».

Lina ha un solo modo per ricambiare queste donne del loro impegno, e non è fatto di parole ma di tessuti delicati, seta, perline, da modellare ed intrecciare con la sapienza di una modista che ancora lavora a mano. «Mi piacerebbe fare arrivare questo messaggio alle dottoresse ed alle infermiere che sono impegnate al Moscati – continua Lina – Alla prima di loro che convolerà a nozze, quando e se vorranno, voglio confezionare e regalare l’abito su misura. Un piccolo gesto di riconoscenza».

In attesa di potere realizzare questo desiderio, quando il mondo ricomincerà a vivere senza contenimenti e le distanze sociali si accorceranno, Lina Conte sta comunque contribuendo alla causa dei lavoratori della Sanità irpina mettendo le proprie abilità di sarta al servizio di una causa più immediata: realizzare mascherine per medici ed infermieri del nosocomio avellinese e non solo. Insieme ad altre donne di Avella e grazie al materiale messo a disposizione da alcuni negozi della zona, in una sola settimana ha sfornato quasi duemila dispositivi di protezione, di cui oggi la Campania ha grande bisogno, cucite a mano seguendo i tanti tutorial su Youtube e le indicazioni dei medici.

Utilizzando materiale di riciclo, in primis la carta che solitamente si usa per i bouquet di fiori, sono riuscite a sfornare il primo carico per il Moscati ed a distribuire altre mascherine, coloratissime ed a norma, anche ad interi quartieri. Il lavoro di cucitura continuerà nei prossimi giorni, assicurano le donne di Avella: fino a quando potranno essere di aiuto al personale del Moscati, impegneranno così la loro quarantena. Cucendo mascherine ma anche tessendo sogni per quando la pandemia sarà finita.

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venerdì, 27 Marzo 2020 - 08:03
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