No, l’algoritmo utilizzato dalla regione Campania (purtroppo) non sbaglia. Il sistema di proiezione dei dati creato dal dirigente medico infettivologo dell’Ospedale Cardarelli di Napoli Alessandro Parrella e seguito come una bussola dal governatore Vincenzo De Luca, che ne ha pure mostrato qualche slide in una delle sue dirette Facebook, e dal Comitato tecnico- scientifico regionale, rasenta la perfezione nell’indicazione preventiva dei numeri dell’epidemia in Campania. Ha ‘previsto’ il picco di 3000- 3500 contagi entro la prima settimana di aprile, basandosi non solo sull’aritmetica ma anche su altri fattori come l’esodo dal Nord di metà marzo e su quello successivo, ed ha tracciato in anticipo una curva poco rassicurante ma che almeno, già impressa sulla carta, può indicare una strada.
I cento contagi in più al giorno che erano stati indicati da De Luca da inizio aprile sono dunque confermati: ieri i casi sono stati 225 rispetto ai 122 del giorno prima e fanno schizzare il numero di casi nella Regione a 2456. Esisti postivi ottenuti sottoponendo a tampone 17404 persone, 1676 solo ieri. I decessi sono 154. Ci si avvicina al temuto ‘picco’, brandito anche come un deterrente alla violazione dei divieti da parte di De Luca che ieri è tornato a rivolgersi al Governo ed ai cittadini per chiedere massima responsabilità e rispetto di quel distanziamento sociale che oggi scandisce le nostre giornate ed è anche, a quanto pare, l’unica vera arma contro l’espansione del contagio.
Al Governo De Luca ha chiesto una conferma «chiara e forte l’obbligo per tutti di rimanere a casa, salvo che per l’acquisto di beni alimentari o di medicinali». Un appello arrivato dopo la circolare del Capo di Gabinetto del Viminale Matteo Piantedosi che allargava le maglie dei divieti consentendo la corsetta e le passeggiate con i figli piccoli sotto casa. Circolare poi chiarita in un imbarazzante walzer di conferme e smentite. Un appello condiviso da altri governatori, soprattutto del Nord, cui ha implicitamente risposto ieri Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa in cui ha annunciato la proroga del lockdown.
Il problema, del resto, è pratico: «Se in un quartiere escono cinquecento genitori con bambini al seguito – dice De Luca – chi controlla il distanziamento di almeno un metro tra genitore e genitore, fra bambino e bambino? Chi controlla che la passeggiata avvenga nelle vicinanze dell’abitazione? Chi controlla che l’uscita duri un’ora e non una mattinata? Chi controlla i motivi di necessità? Non oso neanche immaginare quello che succederebbe in queste condizioni, nel fine settimana di Pasqua. Sarebbe come dare il via libera a tutti: una tragedia».
Col rischio di far riesplodere il contagio oggi tenuto a bada dalla quarantena: «Per questi motivi – aggiunge – ribadisco che in Campania è assolutamente vietato uscire per strada, al di là dei casi consentiti» e il rispetto delle ordinanze deve partire dai controlli delle forze dell’ordine che «sono tenute a far rispettare le nostre ordinanze, pena comportamenti omissivi o elusivi dell’ordine dell’autorità sanitaria. Le ordinanze hanno valore di norma obbligatoria. Le “circolari” interpretative assolutamente no».
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giovedì, 2 Aprile 2020 - 08:04
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