«Prima o poi doveva accadere ed è purtroppo accaduto». Gennarino De Fazio, del sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria, commenta in modo amaro la notizia che rischia di fare esplodere nuove tensioni nelle carceri italiane. Un uomo di 77 anni, che era detenuto nel carcere di Bologna ma da diversi giorni si trovava ricoverato al Sant’Orsola di Bologna, ha perso la vita. E’ risultato positivo al Coronavirus.
Una circostanza che ha fatto scattare i protocolli di sicurezza predisposti dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziari lo scordo 22 febbraio su base delle indicazioni del ministero della Salute: i compagni di cella dell’uomo sono stati posti in isolamento e saranno sottoposti a tampone. «Il ministro Bonafede e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria hanno tante colpe e responsabilità nell’assolutamente inadeguata gestione delle carceri, prima e durante l’emergenza sanitaria», incalza De Fazio.
Secondo il sindacato, la sensazione è che il Coronavirus sia arrivato ‘in differita’ nelle carceri e che, mentre nel Paese pare si stia registrando il picco, nei penitenziari potrebbe essere in piena fase di sviluppo e ascesa. Per questo la gestione dell’emergenza dovrebbe essere affrontata in maniera molto più efficace e organica da molti punti di vista, sia per la parte che riguarda l’utenza detenuta, sia sotto il profilo dell’organizzazione del lavoro e delle misure a protezione degli operatori e, di rimando, per gli stessi reclusi. «Siamo costretti a ripetere l’appello – conclude de Fazio – affinché la Presidenza del Consiglio dei Ministri assuma pro-tempore, almeno sino al perdurare dell’emergenza sanitaria, la gestione diretta delle carceri. Indugiare ancora potrebbe determinare l’irreparabile».
Nei giorni scorsi il Dap ha reso noti i numeri del contagio in carcere: 116 agenti della Penitenziaria e 19 detenuti sono positivi. Oggi, a questo bilancio, si aggiunge la notizia della morte del detenuto di 77 anni.
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giovedì, 2 Aprile 2020 - 13:38
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