Carceri e ‘quota zero’, l’appello congiunto di Camera penale e Carcere Possibile: «Servono responsabilità e coraggio»

Toghe

Un appello alla classe dirigente politica, affinché dimostri «responsabilità e coraggio» nella gestione dell’emergenza da Coronavirus che si registra anche nelle carceri italiane. Lo sottoscrivono insieme la Giunta della Camera penale di Napoli e il direttivo de ‘Il Carcere Possibile’ che da settimane, attraverso interventi ospitati anche da Giustizia News24, cercano di sensibilizzare il Guardasigilli Alfonso Bonafede e il Governo tutto su un tema che non è più procrastinabile.

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Le carceri italiane scoppiano, e non da oggi. Solo che adesso il sovraffollamento rischia di fare da minaccia all’esplosione del contagio. Contagio che – come dimostrano gli ultimi numeri del Dap – è giù riuscito a superare le porta carraia di numerose prigioni. «La riduzione dei nuovi ingressi ed un più esteso ricorso della Magistratura di Sorveglianza agli istituti ordinari dell’O.P. hanno consentito una riduzione dei numeri complessivi dei detenuti, ma, anche a causa dei significativi ritardi che caratterizzano l’attività del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, ciò non ha modificato la persistente situazione di drammatico sovraffollamento delle carceri del nostro territorio», scrivono gli avvocati riferendosi in modo particolare alla situazione delle carceri di Secondigliano e di Poggioreale. Il risultato è che ad oggi nessun detenuto nei penitenziari partenopei è tornato a casa per effetto delle disposizioni contenute nel decreto ‘Cura Italia’: «Siamo a quota zero. Zero, come il numero delle persone ristrette negli istituti penitenziari napoletani che ad oggi hanno usufruito della detenzione domiciliare prevista dal D.L. 18/2020».

«E’ necessario – aggiungono i penalisti – un immediato intervento legislativo che disponga la detenzione domiciliare, senza strumenti di controllo a distanza, per tutti i detenuti con pena da scontare inferiore ai quattro anni, che possano beneficiare di misure alternative ex art. 47 ss. O.P.. Ed è perfino intuitivo che, un’eventuale diffusione del contagio negli istituti penitenziari, imporrebbe l’adozione di misure alternative ben più estese ed indifferenziate di quelle che oggi la Politica si rifiuta di adottare».

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venerdì, 10 Aprile 2020 - 17:54
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