Detenuti positivi trasferiti nel carcere di Tolmezzo, il sindaco si ribella con una lettera di fuoco rivolta al Guardasigilli

Il sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo

Nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo (Udine), cinque detenuti, provenienti da Bologna, sono risultati positivi al Covid-19 al termine del periodo di isolamento dopo un primo tampone negativo. La notizia, che circolava in Carnia, è stata confermata dal sindaco, Francesco Brollo, che ha inviato una lettera di protesta alle direzioni competenti del ministero della Giustizia. «Con una mano ci hanno tolto il tribunale, con l’altra ci portano il Coronavirus», ha scritto nel post pubblicato sul suo profilo Facebook rendendo noto della lettera, indirizzata per conoscenza anche al ministro Bonafede e ai vertici regionali.

«Di tutto c’era bisogno – lamenta il sindaco – tranne che di dare una mano alla diffusione del virus che è già molto virale di per sé, in un territorio che si sta dimostrando attento nelle misure di contenimento». Per Brollo quanto accaduto fa venire meno la «lealtà istituzionale» e la «collaborazione che lega tutti noi che prestiamo servizio nelle istituzioni per i nostri cittadini». Lealtà e collaborazione che «lo Stato ha già disatteso sopprimendo Tribunale e Procura di Tolmezzo privandosi di un vitale presidio di giustizia di prossimità a servizio anche della attività del vicino carcere di alta sicurezza, esplicito la triplice motivazione di risentimento istituzionale generato dalla vicenda delle positività importate nella Casa Circondariale di Tolmezzo».

Il sindaco aggiunge quindi che quanto sta accadendo crea un sentimento di smarrimento nella popolazione: «L’Azione esterna mette a rischio la salute della comunità che rappresento e innesta in un contesto cittadino dove la popolazione sta adottando comportamenti tra i più virtuosi d’Italia per il contenimento del virus, un focolaio potenzialmente in grado di impattare sulla salute di una comunità che sta facendo con successo fronte comune nei confronti del morbo e che se lo vede “recapitato” da un’istituzione tra le proprie linee». E’ per queste ragioni che il sindaco ha inoltrato «formale protesta per il trasferimento dei detenuti che – ovviamente loro malgrado – hanno causato un focolaio all’interno della casa circondariale», chiedendo «l’immediato trasferimento» dei detenuti positivi e che «senza indugio che venga messo in campo ogni mezzo atto impedire il diffondersi del contagio all’interno del carcere – tra detenuti e operatori che lavorano – nonché a impedire che il medesimo si possa diffondere tra le famiglie dei lavoratori e, in seconda istanza, tra la popolazione extra carceraria».

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lunedì, 13 Aprile 2020 - 17:26
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