Pizzo e spaccio ‘fermi’ per il Coronavirus, la criminalità si rifà su poveri e negozianti: allarme della Commissione anticamorra

mocerino
Carmine Mocerino

«Bisogna ascoltare il grido d’allarme che arriva da autorevoli rappresentanti della Magistratura, della Chiesa, delle Associazioni, dare seguito alle significative inchieste giornalistiche: la camorra rischia di trarre vantaggi dalla emergenza Coronavirus». Lo scrivono il Presidente della Commissione speciale Anticamorra e Beni Confiscati della Campania, Carmine Mocerino, il vice Presidente Vincenza Amato, ed il segretario Vincenzo Viglione in una lettera inviata al Presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, all’assessore al bilancio, Ettore Cinque, all’assessore alle politiche sociali, Lucia Fortini, al Presidente ANCI Campania, Carlo Marino, ed al Prefetto, Marco Valentini.

«La Commissione – si legge – intende, per quanto di sua competenza, sollecitare interventi e monitorare gli eventi. Prevenire problemi, promuovere un lavoro comune». I vertici della Commissione, per approfondire i temi, lavorano alla convocazione di una riunione della Commissione Anticamorra, «garantendo il rispetto delle normative vigenti e la tutela del personale amministrativo. Sarà l’occasione per avviare, in collaborazione con tutti i livelli istituzionali, i controlli necessari».

«La Commissione – scrivono i consiglieri – intende raccogliere sollecitazioni e preoccupazioni, avviare un monitoraggio. Oggi, con determinazione sempre maggiore, bisogna sostenere le attività dei Beni Confiscati, evitare che le difficoltà economiche possano aprire margini ai poteri criminali, leggere i territori ed i problemi. Insieme bisogna evitare che la crisi sanitaria sia utilizzata dalle organizzazioni criminali per occupare spazi».

Il pericolo, secondo i componenti della Commissione, è che le organizzazioni criminali si adattino alle nuove condizioni di imprese, attività commerciali e cittadini: «I negozi sono chiusi e il pizzo non può essere riscosso, gli spostamenti sono limitati e controllati, intralciando il traffico illegale a partire da quello degli stupefacenti. Il primo modo allora per mantenere il controllo del territorio da parte dei vari clan, è stato quello di aggredire le difficoltà delle famiglie, concentrandosi subito su quelle che fino al giorno prima avevano un lavoro, seppure a nero, e soprattutto su quelle che già fragili hanno immediatamente visto sparire ogni possibilità di introito, con la conseguenza di avere avuto da subito la difficoltà di mangiare, comprare le medicine, pagarsi l’affitto».

«Allo stesso modo – continua la lettera – anche i titolari di esercizi commerciali, costretti alla sospensione della propria attività e che hanno risentito e stanno risentendo pesantemente della mancanza di entrate economiche, sono diventati potenziali bersagli di prestiti e ricatti.  In questo scenario abbiamo come Commissione Anticamorra e beni confiscati, voluto raccogliere l’appello di Don Luigi Merola, le considerazioni del Procuratore nazionale antimafia, Cafiero De Rao nonché delle Associazioni più rappresentative ed impegnate nella prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata e di tanti protagonisti e conoscitori del settore affinché le Istituzioni, Governo e Regione in primis, intervengano in maniera rapida con la messa in campo di tutte le misure utili al sostegno dei soggetti esposti al rischio di condizionamento mafioso».

La soluzione, quindi, è «riuscire a fare arrivare subito aiuti alle imprese, alle famiglie, ai pensionati, ai lavoratori autonomi e a quelli a nero» avviando nel contempo un «monitoraggio»: «Oggi, con determinazione sempre maggiore, bisogna sostenere le attività dei Beni Confiscati, evitare che le difficoltà possano aprire spazi ai poteri criminali, leggere i territori ed i problemi. Anche per questo e non solo chiediamo, che per l’ambito specifico dei beni confiscati si continui a dare esecutività alla delibera della Regione Campania dello scorso 17.03.2020 per liberare immediatamente le risorse relative ai progetti già finanziati a valere sul Pon legalità e sulla legge 7/2012 come modificata dalla legge 3/2018, e sugli altri interventi finanziati e ancora in corso, in ambito specifico».
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martedì, 14 Aprile 2020 - 11:37
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