Coronavirus, l’odissea dell’Alan Kurdi: da 9 giorni in mare con 149 migranti a bordo. L’Italia non dà ancora ok allo sbarco

alan kurdi

Bloccata in mare da nove giorni con 149 migranti a bordo. Ché l’Italia, quella che ha superato la tormentata stagione dei ‘porti chiusi’, non ha dato l’ok allo sbarco. Il Belpaese non è più un posto sicuro a causa del Coronavirus. E così la Alan Kurdi si ritrova nel bel pezzo di un’odissea che, per paradosso, riporta alla memoria quell’estenuante braccio di ferro tra le Ong e l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini dal quale sono scaturiti anche dei procedimenti penali a carico del leader del Carroccio.

Oggi la nave umanitaria è al largo di Termini Imerese, nel Palermitano. L’autorità portuale di Palermo ha escluso che sia in programma il suo ingresso in porto. La nave della Ong tedesca si è spostata dalle coste trapanesi verso quelle del palermitano per proteggersi dalle condizioni del mare che sono peggiorate, in attesa di un provvedimento del Governo che in questi giorni ha annunciato un trasbordo dei migranti in un’altra nave sulla quale dovrebbero restare in quarantena. Anche Malta ha chiuso i suoi porti per questioni di sicurezza.

Nei giorni scorsi Matteo Orfini (Pd) ha definito «inaccettabile» il comportamento del governo. Il parlamentare Pd è anche tra i firmatari di una lettera inviata al premier Conte da alcuni deputati e senatori per chiedere di «intervenire prima che sia troppo tardi». La Lega, per voce del senatore Stefano Candiani, ha attaccato il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e ha chiesto il blocco navale, mentre Forza Italia ha paventato il «rischio nuovi contagi».

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mercoledì, 15 Aprile 2020 - 15:47
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