Voglia di mare, il turismo preme per ripartire ma i ‘nodi’ da sciogliere sulla sicurezza dei bagnanti sono infiniti

Bagnanti in spiaggia prima dell'emergenza Coronavirus (foto Kontrolab)

In Liguria e in Abruzzo gli Enti regionali hanno il dato il via libera alla manutenzione e alla ristrutturazione degli stabilimenti balneari. In Campania il governatore Vincenzo De Luca ha chiamato a raccolta i rappresentanti del settore per capire in che modo muoversi. Molte altre regioni chiedono, invece, al Governo nazionale chiarimenti e linee guida. Mentre da mezza Italia spuntano idee su come assicurare sulle spiagge, quelle gestite dai privati ovviamente, quel distanziamento sociale che diverrà il metro di sicurezza per limitare la diffusione del contagio da Coronavirus.

Con la stagione estiva ormai alle porte e l’imminente revoca, salvo clamorosi colpi di scena, del lockdown, chi lavora nel settore del turismo spinge per provare a salvare il salvabile. Spinge, cioè, per rimettersi in carreggiata – per quanto possibile – in vista dei mesi di luglio, agosto, settembre e buona parte di ottobre. Ma ovviamente servono nuove regole perché con il virus in circolazione non sono più immaginabili spiagge stracolme con lettini uno addosso all’altro tanto che, quasi sempre, non vi è neanche la possibilità di raggiungere comodamente il mare senza passare addosso ad un altro bagnante. Non sono più immaginabili scene dei bar di un lido preso d’assalto per acquistare un gelato o una bottiglia d’acqua. Né è pensabile di ritrovare gli aperitivi musicali sulle spiagge cui sono abituati in riviera romagnola o in alcune località della Puglia. I nuovi protocolli di sicurezza impongono anzitutto il metro di distanza, il che inevitabilmente inciderà – per i lidi che riapriranno – sul volume dell’incasso: meno clienti significherà guadagno ridotto. E, paradossalmente, per fare fronte in maniera adeguata alle nuove misure gli stabilimenti potrebbero invece avere bisogno di un numero maggiore di personale (e dunque costi maggiori). Pensiamo ad esempio alla pulizia dei bagni: sarà d’obbligo intervenire ogni qual volta un bagnante userà i servizi igienici, cosa che prima non sempre accadeva nella maggiore parte dei casi. Questo implicherà l’assunzione di più personale ad hoc.

Per evitare assembramenti al bar, molti stanno pensando ad esempio all’impiego di una sorta di steward che passa tra i lettini a raccogliere le ordinazioni e a consegnarle: sulle spiagge più grandi ci vorrà diverso personale. Occorrerà anche capire in che modo procedere alla sanificazione dei lettini: si è abituati al ricambio di bagnanti tra la mattina e il pomeriggio, e dunque anche in questo caso ci vorrà altro esborso di denaro e nuove risorse. Poi c’è il problema del bagno a mare. Cosa accadrà se tutti si riservano in acqua? Sarà stabilito un decalogo per l’affluenza in acqua che disciplina il numero delle persone autorizzate a stare in mare? E come si regolerà la possibilità di giocare a racchettoni, a calcio o a pallavolo sul bagnasciuga? Quanto al distanziamento dei lettini, questo sembra essere il problema minore soprattutto per gli stabilimenti che godono di spiagge estese. Laddove invece il bagnasciuga è lungo ma stretto, come in molte località della Puglia o della Liguria, per i titolari degli stabilimenti la riapertura potrebbe essere solo controproducente: i posti assicurati potrebbero essere davvero pochi. Le valutazioni da fare sono molte. Così come si dovrà chiarire se si andrà solo su prenotazione: quante volte è capitato, a chi non ha prenotato lettini e ombrelloni, di attendere all’esterno dello stabilimento prima che si liberasse qualche posto?

Diverse aziende private stanno anche studiando soluzioni da proporre agli stabilimenti balneari: la modenese Nuova Neon Group ha lanciato l’idea di box in plexiglass da sistemare sulla spiaggia e all’interno del quale sistemare lettini e ombrelloni. Una sorta di recinto per assicurare ai bagnanti la distanza di sicurezza tra loro. E’ un’idea che sta facendo molto discutere. Ultimo aspetto da non sottovalutare: quanto costerà in estate a un bagnante assicurarsi un ombrellone e due lettini? Non è da escludere un rincaro dei prezzi, considerato che è possibile trovarsi di fronte ad uno scenario di grossa domanda rispetto all’esiguità dell’offerta e che i titolari degli stabilimenti balneari cercheranno in qualche modo di compensare non solo le spese ma anche di recuperare gli incassi persi da aprile sino a luglio.

Ma se sulle spiagge gestite dai privati una discussione è ancora possibile, il vero ‘nodo’ resta la gestione delle spiagge libere che nel Sud Italia sono tantissime. Come e chi dovrà assicurarsi che le spiagge di Tropea non vengano prese d’assalto e che i bagnanti, con i loro asciugamani, non occupino ogni centimetro di spazio disponibile? E i chioschi che insistono in prossimità delle spiagge libere come faranno a gestire il ‘traffico’ dei clienti?
Resta, infine, da capire che tipo di turismo si riuscirà ad intercettare. Non c’è un solo Paese risparmiato dal Coronavirus e questo potrebbe spingere moltissimi a scegliere di non spostarsi all’estero. L’Italia perderebbe così un indotto importante. Bisognerà fare leva sul turismo esclusivamente italiano. Italia Viva ha già proposto un bonus da 500 euro da dare agli italiani che sceglieranno una località di casa nostra. Una sorta di incentivo che potrebbe anche funzionare.

Ma resterebbe un altro tema da affrontare: l’affitto di case private. Non tutti i bagnanti hanno case di villeggiatura proprie o si recano in albergo. Tantissimi hanno l’abitudine di prendere in affitto case di privati: chi e come garantirà che l’appartamento preso in locazione sia stato adeguatamente sanificato? Ma soprattutto come si farà a garantire a tutti quelli che raggiungono una località di mare la possibilità di assicurarsi un posto sotto l’ombrellone? Con l’inevitabile riduzione degli spazi, molti bagnanti rischiano di non potere accedere agli stabilimenti perché i posti sono esauriti e in tanti rischiano di dovere ritornare nelle case prese in affitto senza godersi la giornata di mare.

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mercoledì, 15 Aprile 2020 - 15:04
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