Trentuno anni di attesa per riannodare i fili di una storia di camorra che era finita in soffitta. Ieri mattina i fratelli Domenico e Giuseppe Lo Russo, esponenti della vecchia guardia del clan Lo Russo di Miano e detenuti da un pezzo, si sono visti notificare un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio. L’omicidio di Espedito Ussorio, assassinato il 18 ottobre del 1989 a Miano.
Erano gli anni in cui l’«Alleanza di Secondigliano» si contrapponeva ai cutoliani: proprio l’appartenenza di Ussorio alla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo sarebbe stato il movente de delitto. A fare luce su quel delitto sono stati i collaboratori di giustizia. La convergenza delle dichiarazioni ha spinto la Direzione distrettuale antimafia di Napoli a confezionare l’atto d’accusa nei confronti di Domenico e Giuseppe Lo Russo, che oggi hanno rispettivamente 62 e 66 anni. Giuseppe Lo Russo si trova in regime di detenzione speciale per associazione per delinquere di stampo camorristico e condanne per omicidio.
Le accuse contestate ad entrambi i fratelli sono di concorso in omicidio aggravato dall’uso delle armi e della premeditazione. Non è invece contestata l’aggravante della matrice camorristica perché essa fu introdotta solo nel 1991.
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giovedì, 16 Aprile 2020 - 12:03
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