L’odissea degli italiani bloccati all’estero: in 45 ‘isolati’ in Colombia. A casa i ragazzi licenziati in Florida dalla Disney

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«Finalmente a casa», dicono non appena calpestano il pavimento dell’aeroporto di Fiumicino. Ieri mattina l’odissea di un centinaio di ragazzi italiani bloccati negli Stati Uniti a causa del Coronavirus è terminata. E’ stato necessario un lungo lavoro della Farnesina per consentire a questo gruppo di ragazzi di riuscire a rientrare in patria. I voli per l’Italia dagli Usa sono sospesi da un pezzo, molte compagnie aree hanno deciso di non volare. E così molti connazionali che erano all’estero per motivi di lavoro sono rimasti bloccati. E’ quanto accaduto a un gruppo di giovani italiani che si erano trasferiti in Florida per seguire un progetto Disney.

Lo scorso 16 marzo, a causa del lockdown, Disney World ha ‘sospeso’ 43.000 dipendenti, fra cui appunto i giovani italiani, tutti tra i 18 e 28 anni, andati a lavorare nei parchi divertimento. Di qui la necessità di rientrare a casa, anche data l’impossibilità – in assenza di lavoro e di stipendio – di potere pagare un affitto in Florida. E’ stato complicatissimo. Ma alla fine, dopo un mese, i ragazzi sono arrivati a Fiumicino grazie ad un volo organizzato dalla Farnesina. «Finalmente ce l’abbiamo fatta a tornare in Italia – racconta un ragazzo lombardo – dopo un periodo complicato dove abbiamo cercato di trovare una soluzione per tornare a casa».

«In Florida – ha proseguito – la situazione appare più tranquilla che in Italia, visto il racconto dei miei familiari dalla Lombardia: non essendo in centro città ma più in periferia, ci sentivamo più tranquilli». «E’ stato un viaggio lungo, dopo una fase difficile ma siamo riusciti tutti a tornare – è la testimonianza di un altro ragazzo, di Roma -. Sicuramente, tra i momenti complicati, dalla quarantena a casa, allo sfratto in una settimana. Siamo stati licenziati con una mail ma, subito il giorno dopo, siamo entrati in contatto con la nostra manager che, faccia a faccia, ci ha dato le motivazioni, garantendoci assistenza fino al 18 aprile, come ci avevano assicurato».

Se per il gruppo di ragazzi bloccato in Florida l’odissea è terminata, c’è un altro gruppo di italiani che sta subendo il blocco aereo e il ‘confino’ in un Paese estero. In Colombia si trovano attualmente 45 italiani che vorrebbero rientrare ma non possono a causa della cancellazione dei voli. Tra questi vi sono anche un avvocato e un imprenditore di San Giorgio a Cremano bloccati a Bogotà. « Molti sono in condizioni difficili, dal momento che la maggior parte di essi non hanno più risorse economiche per poter proseguire il proprio soggiorno – spiega il sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno – Appena avuta la notizia, attraverso l’avvocato Aldo Galdieri, ho immediatamente contattato dei riferimenti istituzionali e ieri sono riuscito a parlare con un rappresentante Istituzionale della Farnesina per sottoporre il caso dei due sangiorgesi e degli altri italiani, e sollecitare un intervento rapido e risolutivo».

Proprio ieri sera il presidente Ivan Duque ha annunciato che la Colombia resterà in quarantena fino all’11 maggio. ‘«Abbiamo preso la decisione di estendere questo isolamento preventivo obbligatorio inizialmente fino all’11 maggio, ma anche di dare spazio ad altri settori che possono partecipare (alle attività autorizzate) con protocolli e responsabilità», ha affermato il presidente colombiano. I settori dell’economia che dovrebbero riaprire andrebbero ad aggiungersi ai trenta che già sono autorizzati sarebbero l’edilizia, che impiega un gran numero di manodopera, e l’industria manifatturiera, secondo quanto affermato dal presidente. La Colombia ha registrato finora 3.977 casi confermati di coronavirus, con 189 vittime. Il 25 marzo scorso è entrata in vigore una quarantena nazionale che inizialmente doveva durare fino al 13 aprile, ma è stata successivamente estesa fino al 27 aprile e ora all’11 maggio.

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martedì, 21 Aprile 2020 - 13:56
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