Prestava piccole somme di danaro a lavoratori precari, che dovevano poi restituire i soldi ad un tasso di interesse tra il 100% al 260%. In manette per usura è finito un uomo di 59 anni, residente a Lusciano (Caserta), dipendente di una ditta di raccolta rifiuti. L’ uomo, ritenuto quasi “un benefattore” da alcune vittime, è stato raggiunto da un’ ordinanza del Gip del Tribunale di Napoli Nord tramite i carabinieri del Gruppo di Aversa, ed è stato messo ai domiciliari. I fatti contestati risalgono al 2019, ma non si esclude che il 59 enne avesse continuato a prestare danaro anche in questo periodo di emergenza sanitaria, in cui le difficoltà economiche sono notevolmente aumentate.
Le sue vittime sono tutti piccoli artigiani; c’è l’elettricista, il muratore, il fabbro, il piastrellista, lavoratori saltuari con moglie e figli, in costante crisi di liquidità, che sono ricorsi al 59 enne, anche più volte in un anno. C’è chi si è fatto prestare alcune centinaia di euro perché doveva comprare il pellet per alimentare la stufa e poter riscaldare l’abitazione. Qualcuno lo considerava però un “benefattore”, che, pur prestando a strozzo, “non ricorreva alla violenza”. Nessuno tra le vittime lo ha denunciato, scarsa è stata la collaborazione nelle indagini. In paese l’uomo non godeva di una cattiva fama, sebbene in molti sapessero della sua attività.
I carabinieri agli ordini del tenente colonnelloa Donato D’Amato, nell’ inchiesta coordinata dal Procuratore aggiunto di Napoli Nord Domenico Airoma, hanno accertato che i prestiti andavano dai 600 ai 1000 euro. Il debito veniva poi rateizzato, in rate mensili, che comprendevano anche gli interessi: per un prestito da mille euro, si arrivava a restituire anche 2500 euro. Poteva poi capitare che il debitore restituisse subito la somma, ed in questo caso il 59 enne si “accontentava” di un “regalino” da 60-70 euro o di qualche lavoretto, ovviamente non retribuito.
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martedì, 28 Aprile 2020 - 14:20
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