C’è stato un tempo in cui il suo nome e quello della sua famiglia era legato alla ristorazione. I Righi erano riusciti a mettere su un impero in fatto di ristoranti e pizzerie. Partiti da Napoli erano riusciti a conquistare, commercialmente parlando, anche la città di Roma. Poi però è arrivato il tempo in cui un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha alzato il velo sul come quella grande fortuna fosse stata accumulata: nel 2015 il nome dei Righi fu accostato, per la prima volta in atti giudiziari, alla camorra. Al clan Contini e ai Mazzarella, per l’esattezza. E fu teorizzato che i Righi erano diventati «stabili riciclatori» del denaro delle due cosche. Un’accusa che in sede processuale si è tradotta anche in condanne. Non definitive.
Oggi a questa storia si aggiunge una nuova pagina. Antonio Righi, detenuto in carcere da cinque anni e condannato in secondo grado a 14 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio, si è lasciato alle spalle la prigione. I giudici della terza sezione della Corte d’Appello di Napoli hanno accolto la richiesta avanzata dagli avvocati Leopoldo Perone e Fabio Fulgeri di attenuare la misura cautelare ed hanno concesso all’imputato gli arresti domiciliari.
Due le condizioni imposte: Righi non tornerà né a Napoli né tantomeno a Roma, ma andrà in un comune in provincia di Chieti dove vive una parente; gli sarà applicato il braccialetto elettronico. Nell’unica pagina di provvedimento, i giudici spiegano che la decisione di concedere a Righi i domiciliari scaturisce dal «lungo periodo di tempo trascorso in misura custodiale» e «dall’attuale situazione di emergenza sanitaria, che induce a ritenere possibile una misura alternativa al carcere con braccialetto elettronico».
Leggi anche:
– Violenza su pazienti disabili in una struttura protetta: 2 arresti nel Milanese
– Coronavirus, si rischia un nuovo esodo dal Nord: biglietti di treni e aerei già esauriti per il 4 maggio
– Aggredisce con calci e pugni l’ex compagna: 45enne arrestato nel Napoletano
– Coronavirus, Colao: «Apertura a ondate per testare il sistema. Urgono aiuti alle imprese»
– Bonus autonomi, il Governo valuta un tetto da 35mila euro sul reddito dichiarato
– Coronavirus, fase 2: verso la ripresa delle celebrazioni religiose. Ipotesi riaperture regionalizzate
mercoledì, 29 Aprile 2020 - 15:51
© RIPRODUZIONE RISERVATA