Le mascherine-pannolino destinate agli operatori sanitari che la Regione Lombardia ha fatto produrre alla ditta Fippi di Rho, specializzata appunto nella produzione di pannolini, diventano oggetto di un’inchiesta della procura della Repubblica di Milano. Un passo obbligato a seguito della presentazione di un mirato esposto da parte da Adl Cobas. Nell’esposto si sono lamentate più criticità: la consistenza della particolare mascherina che provocava un calore eccessivo sul viso e la difficoltà sulla modalità di utilizzo. Per Adl Cobas non vi è dubbio che quelle mascherine non appaiono allo scopo protettivo, né del paziente né dell’operatore. Tra l’altro, quelle mascherine facevano fatica a tenersi ferme sul viso.
Una plastica rappresentazione della funzionalità del prodotto l’hanno data le Iene in un accurato servizio che ha creato più di un imbarazzo alla Regione Lombardia.
Adesso spetterà alla magistratura milanese accertare, tra l’altro, l’idoneità, i costi e l’aggiudicazione della fornitura delle mascherine prodotte dalla Fippi. L’inchiesta, nella quale sono ipotizzati i reati di truffa e frode nelle pubbliche forniture a carico di ignoti, è coordinata dai pm Mauro Clerici e Giordano Baggio. L’indagine correrà su due binari: da un lato l’usabilità di queste mascherine ma dall’altro le modalità con le quali la Regione Lombardia ha stipulato l’accordo con la Fippi. Ricordiamo che la Fippi è stata la prima azienda italiana ad essere stata autorizzata dall’Istituto superiore della sanità a produrre mascherine. Poi vi sono stati i contatti con la Regione Lombardia e infine la collaborazione con il Politecnico di Milano per individuare la materia prima idonea da utilizzare per il prodotto finalizzato all’utilizzo medicale.
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sabato, 2 Maggio 2020 - 17:57
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