La procura di Brescia è stata la sua ‘casa’ professionale per circa 30 anni. E qui si è occupato di indagini importanti come quella su un filone della strage di piazza della Loggia e del sequestro di Giuseppe Soffiantini. Antonio Angelo Chiappani è il nuovo capo della procura di Bergamo. Il plenum del Consiglio superiore della magistratura si è pronunciato oggi sulla sua nomina, dando così il via libera alla copertura di quel ruolo che era vacante dall’aprile del 2019 a seguito della scomparsa prematura del magistrato Walter Mauro Palelli.
La nomina è stata una formalità dal momento che Chiappani era stato proposto all’unanimità dalla Quinta Commissione, quella competente per gli incarichi direttivi. In magistratura dal 1983, Chiappani è stato alla procura di Brescia dal 1984 sino all’ottobre del 2014. Una lunga permanenza nell’ufficio giudiziario scandita anche dall’ingresso nel pool antimafia: nei dieci anni di ‘mandato’ si è occupato di indagini di criminalità organizzata, di traffico di armi e droga, prostituzione (anche minorile), sfruttamento di extracomunitari irregolari, ottenendo nell’ambito di una di esse dalla Corte d’assise di Brescia il riconoscimento – per la prima volta nell’ufficio – della sussistenza del reato di riduzione in schiavitù. Si è occupato anche di indagini sul terrorismo islamico, tra le quali quella riguardante una “cellula” terroristica operante in Cremona e che ha portato all’arresto di numerosi magrebini, gravitanti intorno alla moschea di quella città. Si è, poi, occupato di indagini collegate agli attentati terroristici di Mumbay, avvenuti tra il 26 ed il 29 novembre 2009, che hanno causato la morte di 170 persone, indagini che conducevano, tra l’altro, alla scoperta di innumerevoli transazioni finanziarie verso l’India ed il Pakistan poste in essere attraverso il sistema c.d. “hawala-Hindi” ed al conseguente sequestro preventivo di un’agenzia bresciana di money-transfer.
Delle sue qualità e capacità, il Consiglio giudiziario ha elogiato «l’energia», l’«entusiasmo nel lavoro», la «capacità di organizzare il proprio lavoro lavoro e quello dei suoi collaboratori» oltre all’attenzione riservata alle «parti del processo» e in particolare «ai soggetti su cui l’azione penale incide e di questo si trova riscontro anche negli attestati sulla sua assoluta correttezza nella conduzione delle indagini». Con questo curriculum, Antonio Angelo Chiappani lascia dunque la carica di procuratore di Lecco dove era approdato nel 2014 e arriva a Bergamo.
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mercoledì, 13 Maggio 2020 - 17:35
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