Conto alla rovescia per la sentenza al processo ‘Geenna’ sulla presenza della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. Salvo rinvii dell’ultima ora, il verdetto del giudice per le indagini preliminari Alessandra Danieli del Tribunale di Torino dovrebbe arrivare l’11 giugno. Il processo, che si sta svolgendo con la modalità del rito abbreviato (formula che prevede lo sconto di un terzo della pena) vede sul banco degli imputati dodici persone, nei confronti delle quali – lo scorso gennaio – i pubblici ministeri Stefano Castellani e Valerio Longi hanno chiesto condanne severe che arrivano sino a 20 anni di reclusione.
Il pugno di ferro è stato chiesto dalla procura nei confronti di Bruno Nirta, che secondo gli inquirenti avrebbe svolto ruoli di direzione, promozione e organizzazione locale di ‘ndrangheta di Aosta: rischia 20 anni. Tra gli imputati anche l’avvocato torinese Carlo Maria Romeo, per il quale sono stati proposti 9 anni e 4 mesi per concorso esterno in associazione di stampo mafioso. Prima della sentenza, sono fissate altre tre due date (4 e 10 giugno) per la discussione del collegio difensivo. I reati contestati a vario titolo ai 12 imputati sono di associazione di stampo mafioso, tentato scambio politico-mafioso, in relazione alle elezioni comunali del 2015, concorso in lesioni personali, tentata estorsione e favoreggiamento.
Resta in calendario il 3 giugno davanti al tribunale collegiale di Aosta il processo per i cinque imputati che hanno scelto il rito ordinario: Marco Sorbara, consigliere regionale della Valle d’Aosta sospeso, Monica Carcea, ex assessore comunale di Saint-Pierre – entrambi accusati di concorso esterno in associazione mafiosa – Nicola Prettico, consigliere comunale ad Aosta sospeso, Alessandro Giachino, dipendente del Casinò di Saint-Vincent e il ristoratore Antonio Raso, tutt’e tre accusati di essere membri del locale di ‘ndrangheta di Aosta. Il tribunale, presieduto da Eugenio Gramola, ha ad oggi previsto di svolgere due udienze a settimana più una possibile terza su accordo delle parti, per tutto giugno e probabilmente quasi tutto luglio. Sono oltre 100 i testimoni ammessi. In aula – è previsto – barriere in plexiglass divideranno i banchi delle difese, sui cui siederanno due avvocati distanziati un metro l’uno dall’altro e con un microfono ciascuno. Dietro ci saranno gli imputati e nello spazio normalmente dedicato al pubblico le parti civili. L’udienza si svolgerà a porte chiuse ma, trattandosi di un dibattimento pubblico l’idea è di trasmettere in diretta video il processo in un’altra aula.
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mercoledì, 13 Maggio 2020 - 09:13
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