Disponibile, gentile. Socievole. Carmine Alboretti era prima di tutto una persona perbene. Rispettosa. Studi in Giurisprudenza, Carmine aveva sospeso la professione di avvocato per dedicarsi alla sua passione: il giornalismo. Un lavoro che Carmine coniugava con un altro impegno lavorativo nel quale metteva anima e corpo: era cultore di Diritto pubblico dell’economia presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Federico.
Carmine se n’è andato questa notte all’improvviso, nella sua casa di Trecase (in provincia di Napoli). Aveva 45 anni e una moglie e un figlio di 7 anni che adorava. Da un anno era entrato a fare parte nello staff stampa dell’europarlamentare Franco Roberti, un incarico di cui andava orgoglioso e che è giunto dopo anni professionali di sacrifici, di soddisfazioni ma anche delle tante amarezze che l’incertezza di questo mestiere ti obbliga ad affrontare anche quando, come nel caso di Carmine, si meriterebbe di più. Carmine è stato per anni collaboratore del quotidiano ‘Roma’, ha collaborato per il quotidiano locale ‘Metropolis’ dove si occupava della cronaca di Boscoreale, è stato vicedirettore de “La Discussione”, il giornale fondato da Alcide De Gasperi, e direttore de “La voce sociale”. È stato vaticanista e studioso della dottrina francescana alla quale ha dedicato diversi saggi. Nel 2017 vinse il premio “Francesco Landolfo”.
Carmine era un uomo di profonda religiosità. I suoi tanti impegni hanno fatto sì che Carmine fosse molto conosciuto, e benvoluto, in tutto il circondario di Torre Annunziata e di Boscoreale. Chi ha incrociato la sua strada con la propria, ricorda prima di ogni cosa le sue doti umane, l’educazione, la mano sempre tesa verso il prossimo. Carmine era una persona perbene. Ciao, Carmine.
venerdì, 22 Maggio 2020 - 09:57
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