Nella giornata di domani, martedì 26 maggio, la giunta delle immunità del Senato deciderà se dare il suo via libera al processo contro l’ex titolare del Viminale Matteo Salvini per le accuse di sequestro di persona e di rifiuto di atti di ufficio in relazione alla vicenda dei migranti della nave Open Arms, bloccati a largo per alcuni giorni, prima dello sbarco a Lampedusa, nell’agosto 2019. Il presidente della giunta, l’azzurro Maurizio Gasparri, ha proposto che la richiesta di autorizzazione a procedere venga respinta.
L’esito del voto non è affatto scontato, perché i numeri sono assai ballerini. In giunta vi sono 23 componenti. Undici voti sono a favore del processo (5 del M5s, uno del Pd, 3 di Iv, uno di Leu e uno del gruppo misto), mentre i contrari sono 10 contrari (4 di Forza Italia, 5 della Lega, uno di FdI). Decisive saranno quindi le scelte dell’esponente del gruppo delle Autonomie e dell’ex M5s Michele Giarrusso.
Per Salvini si tratta della terza decisione circa le accuse di ‘sequestro’ legate alla decisione di chiudere i porti ai migranti soccorsi in mare. Rispetto alla vicenda della Gregoretti, il Senato ha dato già il suo via libera a procedere. E proprio il 4 luglio si sarebbe dovuta tenere l’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio rispetto alla gestione nello sbarco di 131 migranti bloccati a bordo di nave Gregoretti, della Guardia Costiera italiana, da 27 luglio al 31 luglio 2019, quando giunse l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nel Siracusano. Ma, a causa dell’emergenza Coronavirus che ha stravolto – in tutta Italia – le tabelle di marcia dell’attività giudiziaria – l’udienza è stata rinviata. Il presidente dei gip di Catania, Nunzio Sarpietro, ha fissato la prossima udienza al 3 ottobre.
Salvini, invece, non finirà a processo – almeno non sino a quando sarà parlamentare – in relazione al caso della Diciotti, la prima vicenda che lo ha fatto finire sotto inchiesta: all’epoca della discussione nella giunta delle immunità del Senato, Salvini era ancora ministri e il governo gialloverde ebbe i numeri necessari per blindare il leader della Lega. La decisione sulla Gregoretti, invece, è intervenuta quando il governo aveva assunti la tinta giallorossa.
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lunedì, 25 Maggio 2020 - 13:50
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