I praticanti avvocati che nel dicembre 2019 hanno sostenuto le prove scritte per l’esame di abilitazione alla professione forense e che da mesi chiedono un’accelerazione nella procedura dell’esame bloccato dall’emergenza sanitaria dovranno mettersi l’animo in pace. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede non consentirà a chi ha sostenuto le prove scritte di accedere direttamente all’esame senza senza la correzione degli elaborati. Questo perché, ha ribadito il Guardasigilli, l’accesso alla professione «deve mantenere criteri che assicurino la qualità della professione».
La chiusura totale alle istanze che si sono levate dalla platea dei praticanti avvocati e che sono state portate all’attenzione di Bonafede mediante un’interrogazione parlamentare a firma dei deputati Jacopo Morrone e Ingrid Bisa della Lega, è arrivata pochi minuti prima delle 15.30 di oggi (mercoledì 27 maggio): rispondendo in Aula al question time, il Guardasigilli ha chiarito che si procederà con la correzione degli elaborati e successivamente si accederà all’esame dell’orale.
«Col ‘dl rilancio’ si è disposta la ripresa della correzione delle prove scritte, che ha fortemente risentito dell’adozione delle rigorose misure di contenimento per l’emergenza sanitaria», ha affermato Bonafede. La correzione dei testi avverrà da remoto e da remoto si terrà anche la prova orale. Questa metodologia avrà valore per tutte le sessioni fino al 30 settembre. Quanto, invece, alle prove scritte del dicembre 2020 esse avverranno con le modalità classiche, questo sempre che – ha avvertito il ministro – il quadro dell’emergenza non muti, obbligando un cambio di marcia.
I chiarimenti offerti da Bonafede al Question Time non hanno tuttavia soddisfatto i leghisti firmatari dell’interrogazione. «Lei continua a svilire il ruolo dell’avvocato e dell’avvocatura. Lei non può sempre arrivare in ritardo nella soluzione dei problemi – ha replicato l’onorevole Bisa – Ritorni coi piedi per terra e si ricordi delle sue origini. Ministro, prenda la giusta direzione perché la giustizia in Italia ne ha più bisogno che mai».
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mercoledì, 27 Maggio 2020 - 15:42
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