Morti nelle Rsa e mancate zone rosse, Gallera ascoltato per tre ore dai pm di Bergamo. Convocato anche Bonometti


Le morti nelle Rsa del Bergamasco e la mancata zona rossa di Alzano Lombardo: l’inchiesta della procura della Repubblica di Bergamo raccoglie le prime eccellenti deposizioni in quella che è una delle inchieste più attese dalla collettività tutta, che attende di sapere se nella strage che ha colpito la propria terra ci sono state responsabilità politiche oppure no. Ieri pomeriggio l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera è stato ascoltato per circa tre ore come persona informata sui fatti: i punti toccati sono stati quelli relativi all’ordinanza di inizi marzo con la quale si è disposto il trasferimento di pazienti Covid non gravi nelle Rsa nonché il non intervento della Regione nella istituzione della zona rossa di Alzano Lombardo dove si era verificato un importante focolaio che si è poi esteso nel resto della Lombardia.

Sull’istituzione della zona rossa che avrebbe dovuto isolare Nembro e Alzano Lombardo, i due comuni dove ai primi di marzo era stato individuato il secondo importante focolaio di Coronavirus in Lombardia, la Regione – così come sottolineato da Gallera ai pm – “aspettava” che si muovesse il Governo. Gallera ha affermato, come d’altronde ha sempre dichiarato pubblicamente, che si aspettava che intervenisse l’esecutivo nei giorni della prima settimana di marzo, in pieno allarme. Quando già sembrava che la zona rossa stesse per essere istituita, arrivò la decisione di Roma di trasformare tutta la Lombardia e province di altre regioni in zona ‘arancione’. L’assessore sul punto avrebbe anche affermato, ribadendo in sostanza quanto già detto in alcune interviste, che la Regione non ha proceduto perché quando il 5 sono arrivate le camionette dell’Esercito, era convinta procedesse il Governo. Settimane dopo, disse poi Gallera in una intervista, ci si era resi conto che esisteva una legge che permetteva anche alla Regione di procedere con la creazione della zona rossa nella Bergamasca.

Nella giornata di oggi, salvo imprevisti, toccherà al governatore Attilio Fontana. Convocato anche il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti, pure lui come persona informata sui fatti: nelle prossime ore verrà fissata la data dell’audizione con i pm. Anche l’audizione di Bonometti verterà sulla zona rossa di Alzano. In un’intervista di qualche tempo fa, il presidente di Confindustria lombardia aveva detto: «Nelle riunioni che abbiamo avuto tra fine febbraio e i primi giorni di marzo, la Regione è sempre stata d’accordo con noi nel non ritenere utile, ma anzi dannosa, una eventuale zona rossa sul modello Codogno per chiudere i comuni di Alzano e Nembro». Nelle scorse settimane è stato ascoltato anche il direttore generale della Sanità Luigi Cajazzo che aveva messo a verbale, tra l’altro, che la decisione di riaprire il pronto soccorso di Alzano il 23 febbraio, dopo l’accertamento dei primi due casi di Coronavirus, era stata «presa in accordo con la direzione generale della Asst di Bergamo Est», in quanto era stato assicurato che era «tutto a posto»: i locali sanificati e predisposti «percorsi separati Covid e no Covid».

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venerdì, 29 Maggio 2020 - 08:00
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