Negli Usa rabbia e violenza dopo la drammatica morte di George Floyd: saccheggi e auto della polizia in fiamme


E’ rivolta negli Stati Uniti d’America dopo la morte, avvenuta lunedì scorso, di George Floyd: l’afroamericano è morto dopo un violento controllo di polizia, durante il quale un agente gli ha premuto il ginocchio sul collo per nove interminabili minuti, mentre lui implorava di smettere perché «Non riesco a respirare». La scena, ripresa in un video, ha fatto in breve il giro del mondo, scatenando indignazione e proteste e portando all’immediato arresto dell’agente responsabile dell’aggressione, Derek Chauvin. La miccia delle contestazioni è stata accesa a Minneapolis, dove Floyd è morto.

Le proteste stanno interessando 25 città e il livello di guardia è talmente alto che il governatore della California Gavin Newsom ha dichiarato lo stato di emergenza nella contea di Los Angeles. Non solo: in 25 città dei 16 stati americani è stato dichiarato il coprifuoco e la guardia nazionale è dovuta intervenire in circa dieci città, tra le quali la capitale Washington Dc. Sino ad ora state arrestate circa 1.400 persone. Il bilancio più pesante si è registrato a Indianapolis, nell’Indiana, dove una persona è stata uccisa e altre tre sono rimaste ferite a colpi d’arma da fuoco. Si tratta della terza vittima dall’inizio della proteste. In tutto il Paese, da New York a Los Angeles, da Ferguson a Tampa, sono stati dati alle fiamme commissariati e mezzi della polizia. Sono stati saccheggiati negozi e distrutte vetrine. Decine di migliaia di manifestanti sono scesi in strada chiedendo accuse più severe e altri arresti per la morte di Floyd. A Los Angeles, gli agenti hanno sparato proiettili di gomma e caricato i rivoltosi che hanno dato fuoco a un’auto della polizia. Scontri anche a Chicago e Philadelphia dove le forze dell’ordine non ha risparmiato su spray al peperoncino e granate stordenti.

Proteste con alta tensione ma anche pacifiche, come mostrano le numerose immagini che rimbalzano su Twitter: a Chicago una fiumana di persone ha sfilato in segno di solidarietà a George Floyd e di condanna verso l’abuso di forza da parte della polizia. In qualche altra città, i cittadini si sono dati appuntamento nei parchi pubblici e si sono stesi in terra con le mani incrociate dietro la schiena in segno di arresto, ripetendo così la scena della cattura di George.

 

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domenica, 31 Maggio 2020 - 10:10
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