Ci sono anche due carabinieri tra i destinatari delle misure cautelari eseguite nell’ambito dell’inchiesta su politica e camorra che ha provocato un terremoto nel comune napoletano di Sant’Antimo. Il giudice per le indagini preliminari Miranda del Tribunale di Napoli ha disposto il carcere per Vincenzo Di Marino, peraltro non nuovo alle cronache giudiziarie, e l’interdizione dall’esercizio della professione per la durata di un anno per Vincenzo Tota.
Di Marino è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento, mentre Tota risponde di favoreggiamento: a entrambi è contestata l’aggravante della matrice camorristica allo scopo di avere agevolato i Puca e i Verde.
Di Marino è rimasto coinvolto nell’inchiesta che mesi fa ha alzato il velo su collusioni tra pezzi di malavita e alcuni militari dell’Arma che in passato hanno prestato servizio nella tenenza di Sant’Antimo. In quella indagine gli fu contestato il reato di corruzione (per la quale fu disposta l’interdizione dalla professione per la durata di un anno) e quella di favoreggiamento personale (per la quale il gip non dispose misure) in relazione a un’ingerenza nel sequestro di un’ingente somma di denaro ai danni di Camillo Petito, considerato dagli inquirenti legato al clan Verde e pure coinvolto nella maxi-inchiesta attuale.
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martedì, 9 Giugno 2020 - 12:24
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