Avere grandi tatuaggi sulle braccia è sconsigliato per un carabiniere e può costituire un illecito sul piano disciplinare, ma la cessazione del rapporto è una punizione eccessiva.
Su questi presupposti il Tar di Bologna ha accolto il ricorso di un appuntato in servizio in città che si era visto infliggere la sanzione disciplinare di stato della perdita del grado per rimozione, proprio a motivo dei tatuaggi sugli avambracci. Secondo il tribunale, che ha annullato la sanzione, l’incisione di tatuaggi che per dimensione e contenuto siano «deturpanti della persona e indice di personalità abnorme» può sicuramente costituire un illecito disciplinare, in quanto in contrasto con il regolamento sulle uniformi.
Non ci sono però gli estremi per il venir meno del rapporto fiduciario con l’Amministrazione, bensì i presupposti per una sanzione più mite. Si deve infatti tenere in considerazione la possibilità di impiegare il militare in unità operative dove non è imposta l’uniforme a maniche corte e il fatto che egli possa rimuovere volontariamente i tatuaggi, definiti dai giudici «obiettivamente deturpanti della persona». Inoltre, come argomentato dalla difesa dell’appuntato, avvocati Giorgio e Giovanni Carta, la gravità della condotta è quantomeno attenuata da atti emanati dall’Arma, dove si dice che l’applicazione di tatuaggi non è vietata, ma ‘sconsigliata’.
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lunedì, 29 Giugno 2020 - 17:20
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