Ufficio di Sorveglianza aperto solo per due ore a settimana, rivolta della Camera penale di Santa Maria Capua Vetere. «Siamo tutti in attesa della fatidica data di domani (1 luglio ndr) – afferma il presidente Francesco Petrillo – quando, ci hanno assicurato, i tribunali torneranno alla normalità. Non so come, visto che rimarremo ancora prigionieri dello smart-working. Spero di essere smentito dai fatti ma temo che cambierà poco o nulla».
Petrillo lancia poi un allarme sull’apertura di sole due ore a settimana presso l’ufficio di Sorveglianza. «Certamente – spiega il presidente – l’ultimo decreto a firma congiunta del Presidente del Tribunale, del Procuratore della Repubblica e del Magistrato coordinatore dell’Ufficio di Sorveglianza non va nella direzione che tutti noi auspicavamo. Invece di semplificare gli accessi degli avvocati agli uffici giudiziari sammaritani, li si complicano ulteriormente. Gli avvocati – prosegue – non intendono in alcun modo violare le prescrizioni sanitarie affollando il Tribunale. Abbiamo dimostrato, ma non ce n’era bisogno, grande senso di responsabilità, ma ci deve essere consentito di lavorare perché la giustizia è una funzione primaria che non può essere sospesa o limitata».
Per la Camera Penale, «deve essere chiaro, ad esempio, che il sistema delle prenotazioni predisposto per questa fase non può essere l’unico strumento attraverso cui effettuare gli adempimenti in cancelleria, attività essenziale per l’attività difensiva. Deve essere sempre possibile per l’avvocato accedere in un ufficio del Tribunale, naturalmente mantenendo il distanziamento sociale, perché i tempi e l’organizzazione della nostra attività non possono dipendere da un sistema informatico che ha già evidenziato troppe pecche o dalla cortese disponibilità – pur frequente, va detto – dei singoli cancellieri. Per le stesse ragioni non sono più comprensibili, oggi, le tortuose modalità attraverso le quali conferire con un Pubblico Ministero oppure accedere ad un ufficio della Procura della Repubblica».
Per i penalisti sammaritani, «ci sono, infine, tutte le condizioni per aumentare il numero dei processi da trattare quotidianamente; si potrà in questo modo tentare perlomeno di ridurre il mostruoso arretrato venutosi a creare nella prima fase della pandemia». La situazione poi dell’Ufficio di Sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere è drammatica, denuncia la Camera Penale. «Ancora oggi e dall’inizio della pandemia, tale ufficio, che ha un ruolo fondamentale nella delicatissima fase dell’esecuzione della pena per tutti i detenuti delle 4 strutture carcerarie della provincia di Caserta, è aperto agli avvocati solo 2 ore a settimana, il mercoledì mattina dalle 9 alle 11 – continua il presidente Petrillo – a causa della cronica mancanza di personale amministrativo, naturalmente acuita dall’emergenza coronavirus e dalla fallimentare esperienza dello smart-working. E’ evidente che ciò si rifletta drammaticamente sul suo funzionamento, poiché l’intervento dell’avvocato, in diretta collaborazione con la magistratura e col personale amministrativo, in molti casi sopperisce proprio alla mancanze di organico delle cancellerie.
La Camera Penale ha più volte investito del problema il presidente Provitera, magistrato coordinatore dell’Ufficio di Sorveglianza, che – afferma Petrillo – non ha potuto fare altro che ribadire l’impossibilità di fare di più con il personale amministrativo in servizio. Mentre non c’è stato alcun cenno dal Tribunale di Sorveglianza di Napoli, da cui dipende l’ufficio sammaritano, a cui è stata inviata per conoscenza l’ultima richiesta di incremento degli orari e dei giorni di apertura. «La sensazione – spero sbagliata, prosegue ancora Petrillo – è di una scarsa attenzione verso l’emergenza carceraria che proprio a Santa Maria Capua Vetere si è manifestata più che altrove con gli ultimi gravi episodi di cronaca, strascichi delle rivolte scoppiate in piena emergenza Coronavirus, e da ultimo con la vicenda delle perquisizioni post rivolte sfociata in una delicata indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere».
E infine conclude: «Mi auguro che l’arrivo del caldo estivo non getti altra benzina sul fuoco; la cronica mancanza di acqua – la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, forse caso unico in Italia, rimane ancora priva dell’allaccio alla rete idrica comunale – può rappresentare l’ennesima emergenza di un anno horribilis ed ancora lungo. E’ per questi motivi che è assolutamente necessario che l’Ufficio di Sorveglianza di S. Maria Capua Vetere sia pienamente funzionante».
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martedì, 30 Giugno 2020 - 11:48
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