Coronavirus, Conte: «Proroga emergenza fino al 15 ottobre. Dannoso non farlo»


Il Governo intende prorogare lo stato di emergenza da Coronavirus al 15 ottobre. Una scelta sofferta, dice il premier Giuseppe Conte nelle comunicazioni al Senato oggi pomeriggio, ma necessaria: «Abbiamo concluso da poco il Consiglio dei Ministri – spiega – sulla proroga dello stato di emergenza valutando nei dettagli tutte le implicazioni. La proroga è prevista dal Codice di protezione civile ed è un presupposto per affrontare con efficacia e tempestività l’emergenza». Un’emergenza che, dice il premier, «è contenuta ma non ha ancora esaurito i suoi aspetti».

Tra i poteri che perderebbero efficacia senza stato di emergenza, continua Conte, c’è quello di ordinanza. Finora 38 ne sono state emesse, 4 sono al vaglio della Ragioneria di Stato: «Le ordinanze sono necessarie per realizzare interventi che senza la condizione di emergenza non potrebbero essere attuati speditamente perché prevedono possibilità di emanare norme in deroga, ovviamente con dei limiti e nel rispetto dei principi generali». A chi contesta l’opportunità di allungare l’emergenza fino al 31 ottebre, Conte risponde : «La proroga è consentita la fino a durata massima 12 mesi, è una facoltà prevista dalla legge e attivabile ogni qual volta si renda necessario la prosecuzione degli interventi. Questa esigenza si verifica quasi sempre, come confermano tanti precedenti: per esempio dal 2014 ad oggi sono stati adottato 154 dichiarazioni stato di emergenza e 84 le delibere di proroga. Sarebbe incongruo sospendere bruscamente l’efficacia di misure adottate se non quando conclusi i procedimenti. Per un evento come la pandemia è quanto più necessario visto che è un processo in continua e imprevedibile evoluzione e che non ha ancora esaurito i suoi aspetti».

«Se non prorogassimo, cesserebbero gli effetti delle ordinanze così come i conseguenti provvedimenti attuativi». Con conseguenze, spiega il presidente del Consiglio, su scuola, giustizia, carceri, protezione civile, pensioni e sulla continuità di chi presta la propria attività per arginare gli effetti della pandemia che è sì ridimensionata ma non svanita.

«Non vogliamo drammatizzare o incutere paure nella popolazione, tanto meno creare ingiustificato stato di allarme. Tutt’altro: vogliano dare continuità a iniziative a tutela di italiani e turisti che vorranno visitare il nostro Paese».

 

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martedì, 28 Luglio 2020 - 17:06
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