Domani è previsto il voto al Senato sul caso Open Arms e sulla richiesta a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Io mi aspetto – afferma in conferenza stampa alla Camera Salvini – che qualcuno esprima dignità, onestà e correttezza, se devo andare a processo non sarà la prima volta. Io ho agito a difesa del mio Paese e quello che ho fatto l’ho fatto in compagnia del premier Conte, ho fatto quello che c’era nel programma di governo non ritengo che ci sia stato un errore o reato. Se qualcuno domani ritiene che sia un reato ne risponderemo in tanti. Vorrà dire che Conte mi accompagnerà un po’ a Catania e un po’ a Palermo e prenderemo una granita».
Lo scorso 17 febbraio il leader della Lega ha presentato una memoria difensiva da cui si evince che non è stato commesso nessun reato. «Da un attento esame dei fatti accaduti – scrive il leader della Lega nelle sue ‘osservazioni – non può ritenersi sussistere nessuna violazione di norme penali in quanto la condotta che mi viene contestata è insussistente».
«La condotta» che «mi viene contestata non è che un’automatica conseguenze delle scelte politiche effettuate dall’intera compagine governativa nel perseguimento dell’interesse pubblico a un corretto controllo e a una corretta gestione dei flussi migratori, nonché a una piena tutela dell’ordine pubblico e, più in generale, un doveroso atteggiamento di salvaguardia delle prerogative costituzionali dello Stato italiano sulla scorta delle relazioni internazionali e del diritto internazionale in condizione di parità con gli altri Stati», si legge ancora.
«Appare da questa ricostruzione – spiega Salvini – come l’interesse pubblico coinvolto sia di limpida e cristallina evidenza sotto molteplici e svariati profili, che segnano inequivocabilmente la linea su cui si è articolata tutta l’attività della compagine governativa nella gestione dell’evento».
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mercoledì, 29 Luglio 2020 - 14:46
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