La sentenza è attesa nella giornata di domani, giovedì 30 luglio. A poco più di un anno e sette mesi di distanza dalla strage nella discoteca ‘Lanterna Azzurra’ di Corinaldo (Ancona), in cui morirono nella calca cinque adolescenti e una madre 39enne, si chiuderà il processo con rito abbreviato – formula che prevede lo sconto di un terzo della pena – che vede sul banco degli imputati sei ragazzi poco più che ventenni e originari della Bassa Modenese. I sei sono accusati di avere usato anche spray al peperoncino all’interno della discoteca allo scopo di commettere furti e rapine ai danni dei ragazzi che avevano affollato il locale perché attendevano l’esibizione in dj set di Sfera Ebbasta.
L’uso dello spray al peperoncino, le prime urla e le prime fughe innescarono però un panico generale e un fuggi fuggi di massa che provocò il tragico epilogo fuori da un’uscita di sicurezza. Ai sei imputati sono contestati i reati di omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere, lesioni personali ed episodi di rapine e furti con strappo anche in altri locali d’Italia. Per i sei imputati i pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai hanno chiesto condanne tra i 16 e i 18 anni di carcere (ridotte di un terzo per il rito), chiedendo al gip di non riconoscere le attenuanti generiche perché gli imputati «non hanno mai mostrato segni di pentimento». Anzi, per la procura gli imputati hanno dimostrato, come emerso da alcune intercettazioni, di essere un gruppo criminale rodato, «una macchina da guerra» e pronto ad entrare di nuovo in azione con la stessa tecnica. Nello specifico i pm hanno chiesto (nell’udienza del 25 giugno) 18 anni di reclusione per Ugo Di Puorto, considerato il boss della banda e colui che avrebbe premuto il tasto della bomboletta spray urticante in discoteca; 18 anni per Raffaele Mormone; 17 anni, 3 mesi e 10 giorni per Andrea Cavallari; 16 anni e 10 mesi per Moez Akari; 16 anni e 7 mesi per Souhaib Haddada; 16 anni e un mese per Badr Amouiyah.
Le difese degli imputati, invece, sostengono che quella sera entrarono in azione bande rivali, quindi piccoli gruppi in contrasto e non una sola organizzazione e che non venne mai usato lo spray urticante: con questa argomentazione si punta a fare cadere l’accusa di associazione per delinquere e pure quella di omicidio preterintenzionale. Per le difese, la colpa della tragedia sarebbe nella struttura fatiscente che «era un magazzino riempito all’inverosimile». Il giudizio di primo grado giunge al termine a meno di un anno dal blitz dei carabinieri che portò all’arresto dei sei imputati all’alba del 7 agosto 2019. In quella tragedia persero la vita i giovanissimi Asia Nasoni, Benedetta Vitali, Daniele Pongetti, Emma Fabini, Mattia Orlandi e la 39enne Eleonora Girolimini, che aveva accompagnato la figlia all’esibizione del suo idolo Sfera Ebbasta.
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mercoledì, 29 Luglio 2020 - 17:48
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