L’intenzione di Whirlpool era vendere lo stabilimento di Napoli alla società svizzera Prs, Passive Refrigeration Solutions S.a., che ne avrebbe convertito la produzione. Una exit strategy imprenditoriale che non era piaciuta né al ministro Stefano Patuanelli né ai dipendenti che avevano alzato le barricate.
Adesso, a distanza di mesi dal braccio di ferro del Mise con Whirlpool e alla vigilia di un nuovo tavolo per cercare di salvare il polo di via Argine e i posti di lavoro, la società svizzera Prs coglie tutti di sorpresa e si ritira dal possibile acquisto, facendo così venire meno la sola possibilità – allo stato – di acquisto del sito. In una nota la società ha comunicato che si è «svincolata da ogni rapporto e trattativa con Whirlpool relativo alla cessione del suo ramo d’azienda di Napoli, cessione alla quale ostavano accordi vincolanti con il Governo ed i sindacati gestiti da Whirpool con comportamenti contradditori e poco trasparenti. In relazione ai gravissimi danni finanziari e reputazionali che Prs ha subito per inadempimenti e comportamenti di Whirlpool – si legge in una nota – la stessa ha conferito mandato ai propri legali per agire nei confronti del Gruppo nelle sedi e davanti a tutte le Autorità meglio viste al fine di ottenere il giusto e dovuto risarcimento. Inoltre Prs, ribadendo la serietà e consistenza della propria iniziativa di sviluppo imprenditoriale comunica che nonostante i ritardi e le difficoltà che tali rapporti hanno comportato ai programmi di crescita della società, inizierà a novembre del corrente anno la produzione dei container con brevetti innovativi in Abruzzo, in provincia di Teramo.
L’investimento sara’ totalmente finanziato da capitali privati e avrà una capacità produttiva iniziale di 1.500 container per arrivare, agli inizi 2022, a 6.000 container annui impiegando circa 350 addetti. A tale scopo è già stata costituita la Prs Eu Spa».
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giovedì, 30 Luglio 2020 - 17:51
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