Dopo le due potenti esplosioni al porto ieri pomeriggio, a Beirut il bilancio di morti e feriti si fa di ora in ora più grave. Si scava ancora sotto le macerie degli edifici crollati a seguito delle due deflagrazioni avvenute, secondo quanto ricostruito, in due magazzini che custodivano esplosivi sequestrati. Al momento, ore 8.00 in Italia, si parla di almeno 100 morti e 4mila feriti. E il ministro della Salite Hamad Hasan ha consigliato ai cittadini che possono farlo di lasciare la città visti i materiali pericolosi sprigionatisi nell’aria che, a lungo termine, hanno effetti mortali.
Il martoriato Libano torna a vivere i peggiori incubi della guerra civile e delle crisi sanguinose che hanno segnato i 30 anni passati dalla fine di quel conflitto. Un’esplosione di potenza inimmaginabile – secondo alcuni testimoni udita fino a Cipro, a distanza di 200 chilometri – ha portato la devastazione e seminato il panico in tutta Beirut e nei sobborghi. Sulle cause di queste due esplosioni non si ha ancora chiarezza.
Dirigenti militari Usa pensano che l’esplosione a Beirut sia stata un attacco, una bomba di qualche tipo: lo ha detto il presidente americano Donald Trump. «Ho incontrato i nostri generali – ha detto Trump – e sembra che non sia un incidente industriale. Sembra, secondo loro, che sia un attentato, una bomba di qualche tipo».
Quello che è certo è che a provocare le esplosioni che hanno devastato Beirut è stato un incendio in un deposito nel porto dove erano immagazzinate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa da una nave. Lo stesso presidente ha annunciato un’inchiesta. L’Italia intanto ha assicurato il proprio aiuto: «Le immagini che arrivano dal Libano – ha scritto sui propri social il premier Giuseppe Conte – descrivono solo in parte il dolore che sta vivendo il popolo libanese. L’Italia farà tutto quello che le è possibile per sostenerlo». Per quanto riguarda i connazionali presenti in Libano, al momento risultano feriti leggermente due militari italiani.
Anche Israele ha offerto al governo libanese – attraverso intermediari internazionali – «aiuti umanitari e medici e immediata assistenza di emergenza». L’iniziativa è del ministero degli affari esteri guidato da Gabi Ashkenazi e del ministero della difesa di Benny Gantz. Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha detto che Israele condivide «il dolore del popolo libanese e offre sinceramente il suo aiuto un questo momento difficile».
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mercoledì, 5 Agosto 2020 - 08:02
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