Truffa alla Sanità, false fatture per ottenere il rimborso di spese mediche mai fatte: tre arresti e 208 indagati

Guardia di Finanza

Spese mediche mai effettuate e fatture false emesse allo scopo di ottenere i rimborsi per i costi mai sostenuti. L’ennesima truffa al sistema sanitario nazionale è stata scoperta a Reggio Calabria con l’operazione, battezzata non a caso, “Ti Rimborso”. A condurre le indagini sono state gli uomini della Guardia di Finanza che hanno scoperto un business da 10 milioni di euro. Tre persone sono state arrestate mentre altre 208 sono indagati a piede libero.

Ai domiciliari sono stati sottoposti il consulente del lavoro Eduardo Amaretti, il titolare del ‘Caf-Unsic’ Cosimo Maria Vittorio Spanò e il presunto procacciatore di clienti Massimiliano Morello, dipendente di una società operante nello stabilimento Hitachi di Reggio Calabria. Ai tre indagati la procura reggina contesta i reati di associazione a delinquere, emissione di fatture mediche inesistenti, dichiarazioni fiscali fraudolente e truffa ai danni dello Stato.

Contestualmente agli arresti, a carico di Amaretti, Spanò e Morello il Gip ha ordinato il sequestro di 24 beni immobili e 8 veicoli per un valore di 170mila euro, mentre altri 700mila euro sono stati sequestrati dai conti correnti dei clienti. Stando alla Guardia di Finanza, in meno di dieci anni i 208 indagati avrebbero ricevuto indebitamente circa 2 milioni di rimborsi, il 30 per cento dei quali avrebbe rappresentato la commissione incassata dai tre arrestati.

Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip Antonino Foti ha parlato di un «articolato meccanismo criminale» messo in piedi dagli indagati che «operano con cadenza annuale, costante e continuativa da quasi un decennio».

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giovedì, 6 Agosto 2020 - 12:18
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