Da un lato c’è l’attacco al Governo per le maglie larghe della concessione dei bonus Inps alle partite Iva, dall’altro lato invece c’è il pressing affinché l’Inps riveli i nomi dei cinque deputati che hanno chiesto e ottenuto il bonus per il danno subito per la propria attività privata benché, contestualmente, abbiano goduto del lauto stipendio da parlamentare.
Si fa rovente l’agosto per un pugno di onorevoli dopo lo scoop di Repubblica. Secondo le indiscrezioni, i ‘furbetti di Montecitorio’ sono della Lega (3), Movimento Cinque Stelle (1) e Italia Viva (1). Ma sui nomi c’è il più stretto riserbo per via della privacy. Una privacy alla quale Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, chiede che si rinunci. Con un post su Facebook, Di Maio lancia un appello ai ‘cinque’ affinché si ‘auto-denuncino’ e si dimettano: «Non mi importa da quale forza politica provengano, so soltanto che questi 5 deputati non possono più rappresentare le istituzioni. Così come hanno avuto il coraggio di prendersi un bonus di 600 euro guadagnando uno stipendio di 13mila euro netti al mese, adesso abbiano il coraggio di uscire allo scoperto. Abbiano il coraggio di mostrarsi agli italiani». E sulla privacy: «Sono pronto ad aderire all’idea lanciata da Vito Crimi sulla rinuncia alla privacy cosi’ da autorizzare l’Inps – aggiunge – a pubblicare i nomi. Facciano lo stesso tutti i parlamentari di ogni forza politica. Il mio è un appello rivolto a tutti i leader dei partiti: chiedano ai loro eletti di rinunciare alla privacy e permettano all’Inps di rendere pubblici i nomi di questi approfittatori. E nessuno pensi di scaricare proprie colpe su altri, mettendo di mezzo ad esempio i commercialisti per salvarsi. E’ il momento di scegliere da che parte stare. Se dalla parte degli italiani o della casta. Noi abbiamo già scelto. Mi aspetto un coro unanime: questa gente deve andare a casa. Questa gente e’ il male dell’Italia e, se vogliamo davvero voltare pagina, va combattuta con tutte le nostre forze». Anche Forza Italia invoca le immediate dimissioni dei ‘cinque’: «Chi ha intascato quel bonus avrebbe già dovuto scusarsi e presentare magari le dimissioni. Non l’ha ancora fatto? Si sbrighi a farlo perché è un’onta per il Paese e per il Parlamento», è stato il commento di Giorgio Mulé, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, al Tg2.
Chiedono, invece, un atto di chiarezza e trasparenza al presidente dell’Inps gli esponenti di Italia Viva. «Questo modo di fare servizio pubblico da parte dell’Inps è barbaro. A noi di Italia Viva non risulta che alcun parlamentare appartenente al nostro gruppo abbia chiesto il bonus – ha scritto sulla pagina Facebook il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato – Invitiamo formalmente Inps che ha diffuso questa informazione a smentire la notizia del nostro coinvolgimento o a rendere pubblici i nomi».
Altrettanto forte è il coro di chi si scaglia contro il Governo per avere consentito la possibilità a chiunque di accedere al bonus senza avere introdotto un tetto reddituale. «E se invece si dimettessero quelli che hanno stabilito che il bonus di 600euro va dato anche a chi guadagna un sacco di soldi? Non ci sarebbe nemmeno bisogno di gridare ‘Fuori i nomi’, si sanno già», ha scritto su Twitter Marco Cappato. Anche Fratelli d’Italia punta l’indice contro l’Esecutivo. Per Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi, alla «responsabilità morale dei parlamentari» si aggiunge «quella politica del Governo». «Il decreto – ha dichiarato Rampelli alla trasmissione ‘Start’ su Skytg24 – avrebbe dovuto prevedere uno scudo per evitare che le categorie con fatturati o indennità importanti potessero consumare le risorse che lo Stato ha stanziato per le partite Iva, a iniziare dai parlamentari».
Ha, infine, annunciato un’interrogazione parlamentare il senatore di Fratelli d’Italia, Andrea de Bertoldi, segretario della Commissione Finanze e Tesoro: «l problema, infatti, come ho più volte sottolineato nei miei interventi in Senato, sta nell’aver previsto dei limiti di reddito per il percepimento del bonus -600 euro- solamente per i soliti discriminati dal governo, i liberi professionisti ordinistici, e non per tutte le Partite Iva beneficiarie, come sarebbe stato corretto. Presenterò ora un’interrogazione ai ministri Catalfo e Patuanelli, ambedue grillini, per conoscere quindi il numero esatto di coloro che hanno beneficiato di tale bonus, avendo un reddito superiore ai limiti già imposti ai citati professionisti ordinistici. Temo che i percettori saranno centinaia di migliaia, altro che i cinque politici oggi sulle cronache, e che permettono magari al Movimento 5 stelle di fare populismo quando ne è il primo responsabile. Insomma, mi interesserò per valutare se, tra situazioni che potrebbero giustificare una ‘class action’ di risarcimento per la gestione del lockdown da parte dell’attuale maggioranza, si possa inserire pure la mancata previsione di un limite di reddito nell’assegnazione del bonus da 600 euro, che ha depauperato le casse statali magari a beneficio di cittadini milionari».
Leggi anche
– Bonus Inps a deputati e amministratori, una consigliera comunale si autodenuncia: «L’ho preso, non vivo di politica»
– Vacanze ai tempi del Coronavirus, gli italiani spenderanno 680 euro a persona. Ferie in patria, stranieri fantasma
– Spaccio tra Decumani e piazza Bellini, la zona della Movida ostaggio dei pusher al setaccio dei carabinieri: 2 arresti
– Appalti pilotati e tangenti, indagati due funzionari della Regione Puglia: sequestrati cellulari e somme di denaro
– Napoli, 15enne travolta e uccisa mentre attraversa: quei semafori non funzionanti che avrebbero potuto evitare la tragedia
– Morte di Viviana Parisi, da sette giorni si cerca il piccolo Gioele. Gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi
– Travestiti da carabinieri rapinano un b&b legando i proprietari e terrorizzando gli ospiti. Nella notte arrestati 2 banditi
lunedì, 10 Agosto 2020 - 16:40
© RIPRODUZIONE RISERVATA