Coronavirus, i gestori delle discoteche ricorrono al Tar: lamentano danni per 4 miliardi dalla chiusura delle piste da ballo


E’ guerra tra Governo e gestori di discoteche dopo l’ordinanza del Ministero della Salute che impone lo stop alle ‘attività del ballo’ al fine di limitare le occasioni di contagio. I gestori hanno fatto ricorso al Tribunale amministrativo per chiedere l’immediata apertura delle discoteche. In particolare il Silb Fipe, l’associazione italiana delle imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo, ha deciso di ricorrere al Tar Lazio affinché le aziende siano riaperte subito. «La discoteca – ha detto il presidente Maurizio Pasca – è un grandioso capro espiatorio. Noi non ci sentiamo responsabili. Osserveremo nei prossimi mesi se a discoteche chiuse il ‘contagio’ si fermerà. Lo osserveremo attentamente. E agiremo di conseguenza».

In attesa dell’esito del ricorso, il capo di Gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi ha inviato una circolare ai prefetti per invitarli a convocare i Comitati provinciali dell’ordine e della sicurezza in modo da organizzare i servizi di vigilanza sul territorio per far rispettare le nuove prescrizioni.

I gestori lamentano la perdita di 4 miliardi di euro di fatturato, il Governo contrappone l’aumento dei contagi. Ma nel decreto legge Agosto, ha promesso il ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli. saranno comunque appostate risorse specifiche per ripianare il danno. Due i fattori che hanno portato alla decisione: l’aumento continuo dei nuovi positivi (3.351 nell’ultima settimana, con picchi quotidiani che non si registravano da maggio) e la situazione negli altri Paesi europei, alle prese con numeri ancora più alti di contagiati. «Non possiamo – ha sostenuto Speranza – vanificare i sacrifici fatti nei mesi passati. La nostra priorità deve essere riaprire le scuole a settembre in piena sicurezza».

All’ordinanza proposta da Speranza hanno sollevato obiezioni alcuni governatori. Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia) ha avanzato una proposta di mediazione: discoteche aperte, ma con obbligo di mascherina in pista. Non è passata e Fedriga ha criticato «le contraddizioni di un’ordinanza di difficile applicazione, che colpisce duramente uno specifico settore senza avere evidenze statistiche di una correlazione tra il ballo e i casi di Coronavirus». Giovanni Toti (Liguria) ha puntualizzato che «i locali da ballo con bar e ristoranti potranno continuare a svolgere queste attività, servire pasti e preparare drink». D’accordo con il Governo il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: «Le discoteche, i cui gestori nessuno vuole criminalizzare, sono luoghi dove i rischi sono maggiori per ragioni oggettive».

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martedì, 18 Agosto 2020 - 08:20
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