L’uno ha scelto di non rispondere, l’altro cerca di ridimensionare il fosco quadro disegnato in quella che gli inquirenti hanno battezzato “operazione Villa Inferno” ma non sa ancora se farà mettere a verbale la sua storia. L’imprenditore bolognese Davide Bacci e Luca Cavazza, candidato dalla Lega alle elezioni regionali in Emilia Romagna tenutesi lo scorso gennaio, coinvolti nell’inchiesta su presunti festini a base di cocaina e con almeno una minorenne che si sarebbero tenuti in una villa riconducibile a Bacci, sono alla prova dell’interrogatorio di garanzia.
Bacci, che è in prigione, è comparso questa mattina dinanzi al giudice per le indagini preliminare del Tribunale di Bologna e ha deciso per ora di trincerarsi dietro il muro del silenzio. I suoi difensori, gli avvocati Roberto D’Errico e Giovanni Voltarella lo hanno definito «provato da una vicenda delicata e complessa». I legali hanno comunque presentato un’istanza per gli arresti domiciliari e, dal momento che il gip, come spiegato nell’ordinanza di custodia cautelare non ha ritenuto un luogo adeguato la villa, hanno indicato la casa del padre come possibile domicilio. «Si farà interrogare al momento opportuno», hanno detto i difensori, annunciando che «alla luce della lettura delle carte» sarà depositato un ricorso al tribunale del Riesame.
Ha invece più tempo, prima di comparire dinanzi al gip, Luca Cavazza, che secondo la procura avrebbe sostanzialmente procurato le ragazze che poi diventavano l’oggetto sessuale di questi festini a base di droga. L’uomo è ai domiciliari. A puntare l’indice contro di lui è una ragazzina di 17 anni. «Il nostro assistito respinge tutte le accuse, dice che non è andata così e di avere diverse prove a sua discolpa», ha spiegato l’avvocato Massimiliano Bacillieri, che insieme al collega Ercole Cavarretta difende Cavazza, sottoposto ai domiciliari. Cavazza, ha proseguito il legale, «dice che non c’è stata nessuna costrizione, nessuna violenza fisica o psicologica. Ora valuteremo in base alla lettura delle carte se rispondere alle domande nell’interrogatorio di garanzia. Proprio questa mattina siamo in tribunale a fare copia degli atti, perché non avevamo nulla».
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giovedì, 3 Settembre 2020 - 19:15
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