Esame avvocato, incognita distanziamento. E Majolo (UpAvv) propone l’abilitazione con una prova scritta e l’orale

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Claudia Majolo

Conoscere quanto prima la data del prossimo esame di abilitazione alla professione forense ed avere garanzie dello svolgimento in totale sicurezza. All’indomani della pubblicazione degli esiti dell’ultimo esame di avvocato che ha visto una media in Italia di promossi del 35% appena, ancor meno a Napoli (il 30%), i praticanti avvocati tornano a far sentire la propria voce in vista dell’appuntamento che, a meno di proroghe dovute all’emergenza sanitaria, dovrebbe svolgersi come sempre a dicembre. Claudia Majolo, presidente dell’UpAvv, Unione dei praticanti avvocati, ribadisce: «No possiamo non pensare alla prossima sessione dell’esame d’avvocato. Ancora oggi, però, ignoriamo la data dell’uscita del bando e, soprattutto, quali misure di sicurezza intende adottare il Governo per garantire la salute di tutti i praticanti avvocato e degli addetti ai lavori».

La richiesta è precisa: adottare tutti i protocolli sanitari previsti dal decreto numero 26 del 20 aprile 2020 poi convertito in legge (“Disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali per l’anno 2020 e dalla circolare 41/2020”) in cui si fa esplicito riferimento all’uso della mascherina per tutto il tempo delle operazioni di voto e spoglio, al necessario distanziamento fisico, alla rigorosa igiene delle mani, personale e dell’ambiente, alla capacità di controllo e risposta dei servizi sanitari della sanità pubblica territoriale ed ospedaliera, alla predisposizione di dispositivi di distribuzione dei detergenti all’ingresso e all’uscita del seggio oltre che a un’adeguata aerazione degli spazi.

«Come si potranno garantire tutte queste misure di sicurezza minime in Corti d’Appello in cui il numero dei candidati supera le 4000 unità? – si chiede Majolo –  Chiediamo delucidazioni e anche in tempi rapidi». E accanto alla ‘battaglia’ per un esame sicuro, si affianca quella per un esame equo: «Quest’esame va completamente rivisto – afferma il presidente di UpAvv – scardinato dalle sue ormai vetuste fondamenta. I tempi sono maturi, infatti, per rivedere l’intero assetto dell’esame. Nei mesi scorsi, infatti, abbiamo sottoposto al governo il nostro progetto di riforma. Il nostro intento è di ottenere un esame più snello e meno farraginoso dal punto di vista burocratico, sostituendo le tre attuali prove scritte con un unico atto giudiziario in materia civile, penale o amministrativa, a scelta del candidato, cui seguirà un esame orale basato sulla conoscenza dell’ordinamento forense e del codice deontologico, del diritto sostanziale e processuale. Solo in questo modo si avrà finalmente un esame più equo, che arrivi a premiare il merito».

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lunedì, 7 Settembre 2020 - 08:45
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