Dopo la nomina di Michele Prestipino a capo della procura di Roma, anche la nomina di Raffaele Cantone a procuratore di Perugia diventa oggetto di scontro e finisce dinanzi al Tar. Lo sfidante di Cantone, l’attuale procuratore aggiunto di Salerno Luca Masini, ha infatti impugnato la decisione del plenum del Consiglio superiore della magistratura – risalente allo scorso 17 giugno – lamentando che essa sia stata viziata da «arbitrarietà», «eccesso di potere» e «ingiustizia manifesta».
In occasione della votazione del plenum Masini ottenne 8 voti, mentre a favore di Cantone vennero espresse 12 preferenze. Quattro invece furono gli astenuti. Masini contesta al Csm di avergli preferito Cantone soprattutto per il ruolo passato di presidente dell’Autorità anticorruzione, nonostante si tratti «di un’attività estranea all’esercizio della giurisdizione» e di non aver tenuto invece in debito conto la personale esperienza sul campo di Masini stesso.
Per tutta la carriera, lunga 27 anni, l’attuale procuratore aggiunto di Salerno è stato sempre pm, ricoprendo anche incarichi semidirettivi nelle procure. Il Csm però non pensa ad una marcia indietro: mercoledì prossimo sul tavolo del plenum c’è la proposta della Commissione Direttivi di dare mandato all’Avvocatura dello Stato di resistere in giudizio. Anche questa decisione è passata a maggioranza: si sono astenuti due dei togati che sostennero Masini, Piercamillo Davigo e Loredana Miccichè, ma anche stavolta i numeri sono dalla parte di Cantone.
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lunedì, 7 Settembre 2020 - 18:42
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