Regionali e impresentabili, in Puglia Emiliano invita al passo indietro e candidata si ritira

Michele Emiliano, il governatore della Regione Puglia

Se in Campania il caso degli ‘impresentabili’ ha spinto i partiti interessati a fare pubblicamente quadrato coi propri candidati e a contestare i tempi e i modi di pubblicazione dell’elenco da parte della Commissione Antimafia, in Puglia invece è accaduto qualcosa di inatteso: il governatore uscente Michele Emiliano (ricandidato in quota Pd) e anche altri esponenti politici hanno mostrato sensibilità al caso e un candidato ha comunicato il suo ritiro. Uno scenario diametralmente opposto a quello campano, dove i due candidati governatori Vincenzo De Luca e Stefano De Luca – che hanno la grana degli impresentabili nelle loro liste – sono rimasti in silenzio, preferendo che la vicenda si decanti da sola.

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Emiliano, invece, ha voluto prendere posizione invitando i due candidati impresentabili inseriti in liste a suo sostegno a fare un passo indietro. «I due candidati, Silvana Albani per ‘Puglia Solidale e Verde’ e Vincenzo Gelardi per il ‘Partito del Sud Meridionalisti progressisti’ segnalati dalla Commissione antimafia devono immediatamente sospendere qualsiasi attività di campagna elettorale», ha detto ieri Emiliano subito dopo la pubblicazione dei nomi.

«Il rispetto del codice di autoregolamentazione è essenziale per essere candidati nella nostra coalizione. I responsabili delle liste mi riferiscono che non avrebbero mai potuto accorgersi di tale violazione – aggiunto Emiliano – in quanto dai certificati penali per uso elettorale presentati per le candidature non sono indicati i carichi pendenti segnalati dalla commissione, che ringrazio per il fondamentale lavoro svolto».

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Parole che non sono cadute nel vuoto. Il Psi ha subito rilanciato l’appello di Emiliano e poco dopo è arrivato il dietrofront di Silvana Albani che si è ritirata dalla competizione. Albani è indagata per i reati di falsa perizia, corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, e corruzione in atti giudiziari, aggravati dal fine di agevolare l’attività delle associazioni mafiose, come ha riferito il presidente della commissione Nicola Morra. Dal canto suo Albani ha ribadito di essere «assolutamente estranea ai fatti» e ha manifestato «totale fiducia nell’esito favorevole del giudizio».

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venerdì, 18 Settembre 2020 - 11:31
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