Catania, imprenditore nella morsa del pizzo denuncia i suoi estorsori: 18 arresti nel clan Santapaola-Ercolano


E’ stata la denuncia di un commerciante, strozzato dalle richieste estorsive del clan Santapaola-Ercolano, a portare a Catania all’avvio dell’indagine che questa mattina ha condotto all’arresto di 18 persone. Gli arresti, eseguiti dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Catania sulla base dell’ordinanza di misura cautelare del gip del Tribunale catanese, sono l’epilogo di un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della locale Procura su estorsioni aggravate dal metodo mafioso nei confronti di imprenditori e commercianti della cittadina etnea. 

Tra i destinatari del provvedimento ci sono esponenti apicali ed affiliati del gruppo di San Giovanni Galermo e del clan Assinnata di Paternò, tutti inseriti nella ‘famiglia’ di Cosa nostra catanese Santapaola- Ercolano, attiva nel capoluogo e in tutta la provincia etnea. Le indagini, avviate lo scorso aprile dopo la denuncia di una vittima, hanno ribadito la consolidata prassi del clan Santapaola della sottoposizione di commercianti ed imprenditori al pagamento del “pizzo” in cambio di protezione mafiosa. 

Le indagini, svolte nel minor tempo possibile al fine di tutelare le persone offese, hanno confermato le richieste estorsive della frangia operante nel quartiere San Giovanni Galermo di Catania nei confronti di due imprenditori, padre e figlio, proprietari di una nota catena di supermercati, che ha visto avvicendarsi nel corso degli anni molteplici personaggi, tutti affiliati di spicco alla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano. Le vittime, inizialmente titolari di un punto vendita aperto nel 2001 ad Aci Sant’Antonio, furono avvicinate da esponenti del gruppo che offrirono la loro “protezione” in cambio di denaro, con la minaccia che, in mancanza, avrebbero fatto saltare in aria il supermercato. Gli imprenditori iniziarono così a pagare mensilmente 350 euro al mese, ‘pizzo’ lievitato nel tempo a 700, 1.000 ed infine a 1.500 euro dopo l’apertura di altri due punti vendita situati a Valcorrente (Belpasso) e Misterbianco e un Bar Tabacchi nel quartiere di San Giorgio a Catania. Le vittime erano inoltre costrette a versare altre somme di denaro, tra i 500 ed i 1.500 euro, per le feste di Pasqua e Natale. 

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giovedì, 8 Ottobre 2020 - 14:20
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