Un omicidio ‘eccellente’, consumato a pochi giorni dalla fine del lockdown, forse un segnale d’impatto nell’ambito di un regolamento di conti tra clan rivali. Era il 20 maggio scorso quando in pieno giorno (erano da poco trascorse le 14) si consumò l’agguato a Pasquale Tortora, 54enne fratello del boss Domenico, conosciuto come Mimì ‘o stagnaro. Agguato compiuto in via Gennaro Calzolaio per il quale ieri i carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno eseguito due arresti.
Ad esito dell’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli (pm Giuseppe Visone) e su richiesta del giudice per le indagini preliminari i militari hanno arrestato un 29enne di Qualiano, Aniello Galdiero, e un 34enne di Marano, Angelo Di Palma, con le accuse di omicidio volontario, porto e detenzione illegale di arma da fuoco, ricettazione. Reati aggravati dalle modalità e finalità mafiose.
Complesse l’iter investigativo seguito da Procura e carabinieri per risalire a responsabili e movente dell’uccisione di Tortora, ritenuto dagli inquirenti esponente dell’omonimo clan. Indagini che hanno richiesto anche l’intervento dei carabinieri del Ris di Roma al fine di analizzare ogni elemento ‘spuntato’ sulla scena del crimine e collegabile ai sicari. Tra questi elementi, soprattutto decine di telecamere di sorveglianza pubbliche e private, un imponente flusso telefonico (sviscerato attraverso software concepiti appositamente) ed altri indizi che alla fine hanno condotto ai due presunti omicidi.
Il delitto sarebbe maturato negli ambienti camorristici locali, ma sono tuttora in corso approfondimenti investigativi al fine di delineare i contorni dell’agguato. Per l’omicidio sono state utilizzate una pistola di grosso calibro, rubata anni prima nel Salernitano, gettata poco dopo l’azione di fuoco sotto un ponte tra Acerra e Pomigliano d’Arco, e un’autovettura sottratta in un paese del Napoletano a dicembre 2019. Sia l’arma che la vettura sono state ritrovate dai militari nel corso delle indagini e sulle stesse il Ris di Roma ha condotto accertamenti scientifici, risultati poi determinanti per l’identificazione di uno degli indagati.
Il 29enne qualianese, il 21 giugno scorso, era stato già arrestato dai militari del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, perché trovato in possesso di una pistola clandestina, diversa da quella usata per commettere l’omicidio.
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giovedì, 22 Ottobre 2020 - 08:25
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