Trent’anni di carcere a testa per avere firmato l’omicidio di Salvatore Ostetrico e una pena più bassa per il collaboratore di giustizia. Si è chiuso così il processo dinanzi ai giudici della prima sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli (presidente Maria Alaia) contro il boss Francesco Mazzarella (capo dell’omonimo clan attivo nella zona del Mercato e nel centro storico di Napoli), Gennaro Catapano e il pentito Errico Autiero.
I trent’anni di reclusione sono stati disposti per Mazzarella (difeso dall’avvocato Claudio Davino), indicato quale mandante del delitto, e per Gennaro Catapano: entrambi avevano già ammesso l’addebito. In pratica, la Corte ha confermato il verdetto disposto in primo grado all’esito del giudizio abbreviato. Il sostituto procuratore generale, invece, aveva chiesto di accordare un lieve sconto di pena ai due imputati (24 anni di reclusione a testa) alla luce delle dichiarazioni confessorie offerte da entrambi. Stabilita una pena più bassa per il pentito Errico Autiero.
Il delitto avvenne a Napoli il 3 gennaio del 2003. Ostetrico si trovava all’interno di una sala giochi, nella zona della Case Nuove, quando i killer entrarono in azione. Secondo la ricostruzione accusatoria, l’agguato si inseriva nella guerra all’epoca in corso tra i Mazzarella e i Rinaldi: Ostetrico era imparentato con alcuni esponenti dei Rinaldi e la sua uccisione – secondo quanto dichiarato da diversi pentito – fu decisa dai Mazzarella per dare ai Rinaldi e ai residente nei quartieri Vicaria e Mercato un segnale della forza del clan ed affermarne il predominio.
giovedì, 12 Novembre 2020 - 13:27
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