Spetterà oggi al ministro della Sanità Roberto Speranza firmare le ordinanze che decreteranno il cambio di ‘zona’ che potrebbe riguardare Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. C’è chi sussurra che il cambio potrebbe riguardare anche la Campania, ma va sottolineato che solo pochi giorni fa il ministero della Salute ha confermato la regione in ‘zona gialla’ ravvisando un equilibrio tra i nuovi casi positivi, i posti disponibili in terapia intensiva ed altri indicatori fissati per stabilire le ‘aree di rischio’. Va inoltre aggiunto che da un paio di giorni i casi di nuovi positivi in Campania hanno subito un lieve calo.
Dopo la prima stretta decisa con ordinanza da tre Regioni insieme (Emilia Romagna, Friuli e Veneto) oggi si dovrà decidere per le altre sulla base dei dati in arrivo dalle Regioni e dopo la riunione della cabina di regia. Il governo va avanti con il meccanismo messo a punto – quello dei 21 indicatori per decidere se stringere o allargare le maglie della stretta – lasciando però ai governatori l’emanazione di nuove ordinanze per arginare i contagi.
La Campania ha giocato d’anticipo annunciando la nuova stretta, che dovrebbe arrivare nelle prossime ore e che prevede la chiusura dei negozi nel fine settimana e mini zone rosse in alcune città.
Le nuove misure anti Covid arriveranno tra sabato e domenica «ma si daranno le 24 ore e ci sarà l’ordinanza del ministero della Salute con i presidenti delle Regioni. In ogni caso non ci sarà un Dpcm ma l’ordinanza del ministro Speranza sentiti i governatori interessati» ha affermato il ministro delle Regioni Francesco Boccia.
Il rischio lockdown generalizzato però «non è scongiurato perché dobbiamo valutare gli effetti» delle misure adottate contro la corsa di Covid-19, secondo Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma. «Quello che sta succedendo è che in molte regioni la situazione sta peggiorando, in altre è stabile. E noi dobbiamo, nelle regioni che stanno peggiorando, arrestare questo peggioramento e nelle regioni che sono stabili invertire la curva e farla diminuire. Soltanto quando saremo certi che questo avviene allora potremo trarre delle conclusioni. Però tutti quanti stiamo cercando di evitare il lockdown nazionale, di elaborare delle misure proporzionate alla circolazione del virus» spiega.
Un Natale in lockdown non è ancora quindi una possibilità remota. Ai tradizionali festeggiamenti allargati, con i cenoni e i pranzi con tutta la famiglia, ecco quindi contrapporsi la prospettiva di un «Natale di estrema prudenza, in cui purtroppo la circolazione del virus sarà ancora intensa per cui non saranno possibili – secondo me, ma anche secondo i dati – cenoni aperti, assembramenti, persone che non si conoscono e che stanno una vicina all’altra. Sarà un Natale con i propri cari, naturalmente sapendo che i propri cari hanno adottato a loro volta dei comportamenti saggi» ha sottolineato ancora Ricciardi.
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venerdì, 13 Novembre 2020 - 11:20
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